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Il figlio

Cosa significa essere figli in Ucraina durante la guerra

Kateryna Zarembo

Fuggire dalle bombe, studiare a distanza e aspettare che il padre torni dal fronte. Le generazioni che combattono, studiano e proteggono i propri cari, per la libertà del proprio paese, a prescindere dall'età

Ho quattro bambini. Di 2, 4, 9 e 11 anni. Myroslav – 9 anni lo scorso luglio – è nato l’anno in cui è cominciata la guerra russa. Ero incinta quando andai alla Revolution of Dignity (nota anche come Euromaidan) nell’inverno 2013-2014. Myroslav è nato un giorno prima che i russi abbattessero il Boeing MH17 della Malesia con 298 persone a bordo. Stefania aveva tre mesi quando la Russia ha iniziato l’invasione su larga scala. I miei figli sono ancora piccoli, ma sanno già cosa significhi mettersi al riparo in un rifugio durante i bombardamenti, sentire le esplosioni, fuggire dalla guerra, diventare migranti, non vedere il padre per mesi. Comunque, sono fortunati: hanno padre e madre ancora vivi e in salute, la loro casa è intatta e sono tornati alla loro città natale.

Ci sono tante altre storie. Essere figli in Ucraina durante la guerra significa perdere uno o entrambi i genitori; aspettare un papà o una mamma che ritornino dal fronte; fuggire dai bombardamenti nascondendosi in metropolitana o in seminterrati freddi, costruiti non certo per questo scopo. Essere figli in Ucraina durante la guerra significa perdere la vita o essere paralizzati dai bombardamenti russi. E’ di agosto 2023 il dato che vede almeno 504 bambini uccisi e 1115 feriti. Essere figli durante l’occupazione significa correre il rischio elevato, senza distinzione di età o di genere, di essere violentati dall’esercito russo; nonché quello di essere deportato illegalmente in Russia e “adottato” con la forza da famiglie russe con il solo scopo di privare quei bambini della loro identità, crescendoli come russi. I dati precisi dei territori occupati non sono disponibili, ma stando alle varie stime la Russia ha deportato illegalmente da decine a centinaia di migliaia di bambini ucraini.

Essere figli in Ucraina durante la guerra significa studiare a distanza per il quarto anno consecutivo, cioè dall’inizio della pandemia. Significa studiare in due scuole contemporaneamente – la mattina nella scuola locale all’estero e nel pomeriggio online nella scuola ucraina. Significa studiare nella metropolitana di Kharkiv, sottoterra, invece di farlo in classi spaziose e inondate di sole. Significa danzare al ballo di fine anno accanto alle rovine della tua scuola. Ma ci sono anche altre generazioni di figli in Ucraina – i bambini cresciuti. Io a loro appartengo. Questi bambini si preoccupano dei loro genitori durante l’occupazione perché si sono rifiutati di lasciare la loro casa. Cercano di persuaderli ad andare nei rifugi durante gli attacchi aerei. Non dicono loro dove svolgono le missioni di guerra così che non debbano preoccuparsi ancora una volta. Combattono spalla contro spalla con il loro padre e la loro madre. In questa guerra, i figli perdono i loro genitori e i genitori perdono i loro figli, a prescindere dall’età.

Mio figlio Markiian, che ora ha 4 anni, una volta mi ha chiesto se i russi potranno mai conquistare Kyjv. Ho risposto di no, che non capiterà mai perché le forze armate ucraine ci proteggono. Infatti, non ho alcun dubbio che questa guerra finirà con la vittoria dell’Ucraina, ma non so quando accadrà. Non so se io e i miei figli dovremo imbracciare le armi e andare a combattere. Ma so per certo che finché la Russia rimarrà una dittatura tirannica, sarà una minaccia per i bambini e gli adulti dell’Europa e del mondo. Solo la sconfitta strategica della Russia, la punizione del colpevole, il suo disarmo e il cambio di posizione e del ruolo della Russia nella nuova architettura di sicurezza mondiale possono garantire che i miei figli e nipoti vivranno in pace. E per questo gli adulti dell’Europa e del mondo di oggi devono essere coraggiosi, visionari e pronti a reagire.

Kateryna Zarembo

“Il Donbas è Ucraina” di Kateryna Zarembo, pubblicato in Italia da Linkiesta Books, dal 22 settembre in libreria.

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