Che cos’è un giorno di festa? Quando inizia esattamente? Forse un giorno di festa è andare al centro commerciale con la propria madre durante il weekend del Labor Day, come fa Henry, il tredicenne protagonista di questa storia. Oppure il giorno di festa inizia quando nel negozio lo avvicina un uomo con i vestiti sporchi di sangue e gli chiede aiuto – sì, proprio a lui che da un po’ pensa di essere diventato trasparente insieme a sua madre: sempre in casa, il telefono muto, nessuna festa, nessuno che si interessi a loro tranne quella Evelyn e il suo figlio strano; tranne suo padre, ogni tanto, che però nel frattempo si è fatto un’altra famiglia e scuote sempre la testa quando lo vede giocare a baseball. O, forse, il giorno di festa inizia quando alla confessione dell’uomo (che si chiama Frank), la madre di Henry (che si chiama Adele) non fa una piega: non le importa davvero che sia evaso dal carcere, che possa essere pericoloso, perché non sembra pericoloso, ma solo ferito a una gamba e alla testa. Forse, la festa è iniziata quando Adele e Frank hanno scorto l’uno nell’altra la promessa di una nuova vita: il passato è stato abrasivo per entrambi, ma nel rimpianto sta il germoglio e la narrazione di un futuro migliore; il passato si può riparare perché si può tornare indietro solo andando avanti. Entrambi hanno visto l’uno nell’altra il luccichio di seconda possibilità. E allora Adele decide di ospitarlo, e la mattina seguente scende in cucina con i capelli vaporosi, una camicia nuova, gli orecchini e una traccia di profumo: è tantissimo tempo che suo figlio Henry non la vede così.
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