Elettra Lamborghini (foto LaPresse)

Il complesso di Elettra Lamborghini

Guia Soncini

Il twerk, Guia Soncini e la consolazione nell’Amaca

Cara Annalena, nei momenti di malumore, sempre più frequenti, io ammetto che non m’interessa niente: non m’interessa lo sceneggiato coi draghi, non m’interessa la cinquina dello Strega, ammetto che m’interessa sempre meno persino l’ipotesi che la Ferragni sia incinta. Solo una cosa desta la mia attenzione e accende il mio entusiasmo: Elettra Lamborghini. Elettra che, agitando una latteria là davanti ed esprimendosi con una certa qual calata emiliana, dice che lei Lou Reed non sa chi sia: “Non ero neanche nata”. Elettra che assolve tutte noi, che non siamo arrivate col programma alla Seconda guerra mondiale, ma cosa pretendono i nostri interlocutori: non eravamo neanche nate. Elettra che, benché emiliana, si ostina a usare espressioni napoletane donando loro sensi tutti suoi: dice “hai una bella cazzimma” e chissà che intende – piglio, energia, scollatura? Elettra che ha girato il mondo, e quindi non dice “moda”, dice “hype”, che vuol dire un’altra cosa, ma non cavilliamo. Elettra è tutte noi che non abbiamo studiato. Elettra, che se le fanno una battuta sul complesso di Elettra scommetto che non la capisce, è la nostra rivincita. Approfittiamone, è il nostro momento.

Guia Soncini

Cara Guia, scusa sai non ti vorrei mai contraddire, specie quando sei di malumore, ma temo che non sarà mai il nostro momento: Elettra Lamborghini, simpaticissima a The Voice, è un’ereditiera. Non è la giovinezza, non è il twerk, non è l’orgogliosa ignoranza: è il patrimonio. A noi resta come consolazione un’Amaca di Michele Serra: “Leggere è fatica e lavoro, scrivere è fatica e lavoro, imparare è fatica e lavoro, emendarsi da quella bestia che siamo è fatica e lavoro”.

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