La normalizzazione di Hong Kong, il futuro secondo Elon Musk e il Tour de France. Di cosa parlare nel weekend

Marco Alfieri

Un grande tema di dibattito spiegato bene, qualche lettura da non perdere, un video e vecchie storie che riaffiorano dal passato. Bastano pochi link per rendere speciale il fine settimana…

“Adesso le banche devono presentare un piano per il salvataggio di Renzi…”

Maurizio Neri

 


 

“Un paese, un sistema e mezzo…”

Vent’anni fa oggi Hong Kong tornava alla Cina, in base al negoziato concluso tra Margaret Thatcher e Deng Xiaoping nel decennio precedente e che si riassumeva nella geniale formula “un paese, due sistemi”, ovvero che Hong Kong tornava a essere parte integrante della Cina dopo 150 anni di parentesi coloniale senza però dover cambiare le sue leggi, il suo stile di vita e quindi la sua libertà per i successivi cinquant’anni (via Internazionale).

Diciamo che non è andata esattamente così. E oggi la delusione in città è piuttosto palpabile. Prima di spiegare cos’è successo in questi vent’anni facciamo però un passo indietro e cerchiamo di capire cos’è, esattamente, Hong Kong.

La storia speciale della regione speciale della Cina, dal suo passato britannico a Bruce Lee al super capitalismo, raccontata dal Post 3 anni fa quando cominciarono le grandi manifestazioni contro il governo cinese.

Politica, musica, moda, real estate, finanza, infrastrutture. Com’è cambiata HK in questo ventennio e la timeline fotografica degli eventi salienti dal 1997 a oggi.

Il ricordo di quei giorni e di quell’estate del 1997, nelle parole dell’ultimo governo coloniale. Ricordate Chris Patten…?

Detto tutto ciò, quel che si respira oggi in città è l’amarezza per le promesse mancate di Pechino. Alla lunga ha vinto la cultura politica della madrepatria, quella del Partito comunista cinese (e non viceversa come credeva qualcuno), anche se l’apparente autonomia rimane più o meno intatta e Hong Kong uno spazio di relativa libertà, anche economico-finanziaria.

Perché negli ultimi anni il governo centrale cinese è diventato sempre più occhiuto nei confronti di HK, secondo l’Economist.

Peraltro anche l’influenza cinese sui mercati della ex colonia britannica è molto più forte rispetto a quella che hanno ottenuto gli investitori stranieri sul sistema economico di Pechino.

Infine il documentario di Netflix, Joshua, teenager vs superpower, che racconta la storia di Joshua Wong, il ragazzo (oggi 21enne) che nel 2015 prese la testa del movimento di sfida (Umbrella revolution) alle autorità nominate da Pechino. E, di conseguenza, la disillusione delle generazioni più giovani della città. Il vero testamento di questo ventennio…

 


 

Da non perdere

I sette migliori pezzi sulla Brexit, selezionati dal Nyt, un anno dopo il referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Un grande inchiesta corale (puntata 1, 2, 3 e 4) prodotta da BuzzFeed racconta come alcuni omicidi di scienziati e spie avvenuti in questi anni in Inghilterra siano stati ordinati direttamente da Mosca.

“Ucciderli tutti”. L’inviato speciale americano per la guerra allo Stato islamico, Brett McGurk, spiega la strategia contro i foreign fighters, adesso che l'Isis sta implodendo.

Da Tesla a SpaceX passando per Hyperloop: il futuro secondo Elon Musk!

Guida al Tour de France 2017. Da Froome e i suoi rivali passando per i possibili outsider: la sfida di Sagan a Zabel e le prospettive degli italiani in gara.

  


 

Vecchie storie

Risale almeno ai tempi del Watergate, la ragione per cui Donald Trump non ha (ancora) capito il ruolo dell’Fbi nella storia Usa.

Per la cronaca, l’obbiettivo e le prime strategie per esplorare le regioni Artiche, in Europa risalgono al 16esimo secolo!

Luigi Meneghello, l’eredità morale, e non solo, di uno dei più grandi esponenti della tradizione letteraria italiana.

 


 

Guarda questo

“Monsieur Pep”, l’uomo che ripara gli ombrelli - è l’ultimo artigiano a farlo in città - e tiene all’asciutto i parigini, in un intenso video firmato Great Big Story…