Ansa

Il Bi e il Ba

Il caso Elly S. e il blocco della segretaria

Guido Vitiello

Sono due anni e mezzo che la osservo, ma ancora non mi riesce di regolare l'obiettivo. Quasi ogni giorno c’è un episodio che mi fa sperare sia la volta buona, ma niente, continua ad apparirmi sbiadita, nebulosa, indistinta

Deconstructing Elly. Sul blocco dello scrittore si sono esercitate generazioni di psicoanalisti, ma qualcuno ha mai diagnosticato il blocco della segretaria? Segretaria intesa non come impiegata amministrativa o stenodattilografa, ma come segretaria di partito. Stimati colleghi dell’università di Vienna, è ora che vi cimentiate con il caso Elly S., e ne riferiate al prossimo congresso. Io posso solo suggerirvi di inaugurare i lavori con la proiezione di un capolavoro di Woody Allen, Harry a pezzi. Chi lo ha visto ricorderà che Harry ha il blocco dello scrittore, e se ne lamenta con il suo psicoanalista. Il dottore mette in relazione il suo stallo creativo con un racconto breve che Harry stesso ha scritto un paio di mesi prima. È la storia di un attore fuori fuoco (nel film è Robin Williams). Non è colpa della cinepresa, le lenti funzionano bene: è proprio lui a essere sfocato, senza contorni nitidi. La moglie, guardandolo, ha il mal di mare. Il medico prescrive ai figli di mettere gli occhiali solo per rimettere a fuoco il padre. Ecco, mi sembra una buona metafora della segreteria Schlein. Sono due anni e mezzo che ce l’ho sotto gli occhi, e ancora non mi riesce di regolare l’obiettivo. Quasi ogni giorno c’è un episodio – cito solo gli ultimi: gli attacchi a Fiano, il ddl Delrio, i trumpismi di Conte sull’Ucraina – che mi fa sperare sia la volta buona, ma niente, continua a apparirmi sbiadita, nebulosa, indistinta. All’inizio pensavo fosse colpa degli occhiali – in altre parole, che leggevo i giornali sbagliati. Ma il sintomo persiste a tutte le distanze, da tutte le angolazioni, con tutte le focali. È evidente che il problema non sono io: è lei che è fuori fuoco. La grande ironia è che l’altro attore del film del campo largo – il caso Giuseppe C. – è, se possibile, più sbiadito e appannato di lei; ma riesce chissà come a farne un punto di forza, funzionando come una macchia di Rorschach politica. “Conte il camaleonte”, titolava ieri la Stampa. Forse è il caso di allestire una double feature e, dopo Elly a pezzi, proiettare anche Zelig.

Di più su questi argomenti: