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Il Bi e il Ba
L'astensione è un capitale che ha valore solo se resta sepolto
Come un giacimento minerario, fa da garanzia. Soprattutto a sinistra. Basta affermare che tanti "scontenti" e "delusi" starebbero dalla nostra parte se solo li intercettassimo e li rappresentassimo. E mi raccomando: non dissotterrate mai il tesoro. Non guardate al Cile
L’Italia produce poco grano perché è tutta coltivata a retorica, proclama il Profeta di Dino Risi. In compenso, aggiungo, seminando retorica nella stagione pre e post elettorale, riusciamo nel miracolo georgico di tappezzare tutta la penisola di praterie. Ci sono praterie a destra, praterie a sinistra, praterie al centro, e queste praterie immaginarie sono a portata di mano, tutte racchiuse nella regione utopistica dell’astensione. Basta persuadere un po’ di elettori astenuti, e per magia una linea perdente diventerà vincente, una leadership traballante si farà solida, un’urgenza di rivoluzione sociale troverà espressione compiuta. Metafora incantatoria, ma fallace. A me pare che l’astensione non sia una landa ricoperta di praterie ma un giacimento minerario che ha valore solo fintantoché rimane sepolto, come i tesori dell’imperatore nel Faust.
Queste ricchezze virtuali, se si ha l’accortezza di non estrarle mai, sono il capitale politico che fa da garanzia, specie a sinistra, alle iniziative politiche più imprevidenti, parassitarie o finanziariamente scellerate. Il trucco è semplice: si tratta di affermare che tanti scontenti, delusi e pantofolai starebbero dalla nostra parte se solo li intercettassimo, correrebbero alle urne se finalmente si vedessero rappresentati da una linea dura e pura e radicale; ed ecco che, pronunciata la formula magica, alle spalle del nostro misero stendardo si affollano moltitudini in marcia, tutto un Pellizza da Volpedo di ectoplasmi votanti. Se però qualcuno ha la cattiva idea di dissotterrare gli ori sepolti – è accaduto nei giorni scorsi in Cile, dove il voto obbligatorio alle presidenziali ha abbattuto l’astensione ma è stato una catastrofe per la sinistra – le sorprese possono essere spiacevoli. Meglio continuare a stampare carta-moneta ideologica garantita dalle miniere, quelle nascoste sotto le praterie.
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