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Il Bi e il Ba

Perché il garantismo è la priorità

Dovrebbe essere un pre partito, una condizione irrinunciabile di tutte le cause e di tutte le lotte. Che altrimenti potrebbero degenerare in ideologie persecutorie e generare mostri 

Leggo solo oggi, con dieci giorni di ritardo, l’intervista di Repubblica a Paola Di Nicola Travaglini, magistrata esperta di violenza sessuale e consigliera di Cassazione, sull’aggiornamento dell’articolo 609-bis del codice penale, e incappo in questa dichiarazione sinistramente trionfale: “Non è la vittima a dover testimoniare la propria resistenza all’aggressore, per dimostrare di essere stata violentata, ma è l’imputato a dover dare la prova di avere avuto il consenso della vittima. E’ un cambiamento culturale e giuridico a 360 gradi”. Magari fosse così – vorrebbe dire, in termini strettamente geometrici, che facciamo tutto il giro e ci ritroviamo al punto di partenza.

I gradi purtroppo sono solo 180, e capovolgono in modo spettacolare l’onere della prova, uno dei capisaldi della civiltà giuridica. Lasciando da parte il merito della questione e le sue ben note spinosità – altri più competenti ne hanno scritto meglio di come potrei fare io – mi permetto una nota semplice, forse perfino banale, sul metodo. Come il liberalismo per Benedetto Croce, il garantismo dovrebbe essere un pre partito, una condizione irrinunciabile di tutte le cause e di tutte le lotte, senza di cui degenerano fatalmente in ideologie persecutorie, ossia in inquisizioni. Non è un’opinione tra le tante su un piano di parità: è l’habitat salutare in cui tutte le piante ideali dovrebbero crescere, nonché l’argine – morale prima che civile – al loro dilagare nell’intolleranza.

Il femminismo, l’ambientalismo, la lotta alla mafia o al malaffare, sono tutte, in potenza, ottime cose. Se però non sono radicate nel garantismo, generano mostri. Sempre. E qui veniamo al punto dolente: da circa quarant’anni in Italia troppe idee, per prevalere, si affidano al braccio secolare della magistratura. E questo accade perché quasi tutti i partiti presenti in parlamento (per tacere dei movimenti che ne sono al di fuori) non sono che correnti del P.P.P.P., il Pre-Partito del Populismo Penale.

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