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Il Bi e il Ba
I garantisti non sono più anticorpi, ma corpi estranei
Le difese contro la foga giustizialista giacobina di magistrati, politici e giornalisti sono sempre più deboli. La lettera di Beppe Sala sui femminicidi, pubblicata sul Corriere, avrebbe meritato qualche parola
A proposito di sistemi immunitari. Il cattivo stato di salute di una civiltà giuridica non si misura solo con il numero di bestialità che magistrati, politici e soprattutto giornalisti sparano ogni giorno sui delitti e sulle pene, ma anche con la debolezza delle difese. Più che anticorpi, i garantisti si sentono ormai corpi estranei, e tacciono per sfinimento. Quando, nel maggio 1993, il procuratore Borrelli chiamò alle armi i citoyens inferociti perché contribuissero con le denunce anonime all’impresa di Mani pulite, il direttivo della Camera penale di Milano invocò – ovviamente senza esito – l’intervento del Csm. Gli avvocati ebbero insomma l’istinto di far quadrato intorno ai resti di Beccaria, per impedire che la foga giacobina calpestasse i suoi moniti contro le accuse segrete.
Non dico che mi aspettassi la stessa reazione per un episodio incomparabilmente minore, ma la lettera di Beppe Sala sui femminicidi, pubblicata giovedì dal Corriere, due parole le avrebbe meritate: “Servirebbe dunque che ognuno diventasse parte del ‘sistema immunitario’ di colei che subisce violenza e non riesce a sporgere denuncia”, ha scritto il sindaco di Milano. “E’ ragionevole e giusto prevedere una forma di querela anonima, anche se la vittima non lo vuole? Forse sì”. Bella trovata, per la quale si troverà senz’altro un nome inglese che la faccia apparire civile e moderna. Peccato che il rimedio sia stato sperimentato per secoli: non solo non ha debellato i mali contro cui era nato, ma ha inoculato un virus cento volte più letale. Proprio nella città amministrata da Sala si eressero le difese immunitarie contro questo male derivato, e il medico raccomandò di fortificarlo per prevenire ricadute nel morbo inquisitoriale: “Se avessi a dettar nuove leggi, in qualche angolo abbandonato dell’universo, prima di autorizzare un tale costume, la mano mi tremerebbe, e avrei tutta la posterità dinanzi agli occhi”, recita il capitolo di Dei delitti e delle pene sulle accuse segrete. I posteri siamo noi, e il dottor Beccaria ci guarda.
Il Bi e il Ba
Di Eichmann, Hildegard Knef e Paolo Mieli