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Il Bi e il Ba
La contraffazione del "think globally, act locally"
Slogan in linea di principio corretto, ma disastroso se non applicato con giudizio. La campagna elettorale marchigiana e l'impegno di Ricci a riconoscere lo stato di Palestina come primo punto dell'agenda lo dimostrano
Finché ci sei immerso non te ne accorgi. Ma basta tirar fuori la testa per quattro o cinque giorni dal fiume rapinoso delle cronache, come ho dovuto fare io la settimana scorsa, per misurare in tutta la sua estensione il surrealismo della politica italiana. Davvero il grande tema della campagna elettorale del campo largo nelle Marche era Gaza, e il primo impegno del candidato Matteo Ricci era riconoscere, come regione, lo Stato di Palestina? Mi confermate che ha detto di sognare “una regione con i piedi piantati a terra e la testa nel mondo”? E ditemi, se ne è discusso come se fosse una cosa seria?
Penso che non esista contraffazione più caricaturale di un vecchio slogan caro agli ambientalisti: think globally, act locally. Slogan condivisibile in linea di principio, da tenere senz’altro in conto per una filosofia della prassi politica, al quale si perdona volentieri la colpa di avere ispirato l’orrido neologismo “glocale”. Tutto sta ad applicarlo con giudizio. Questo equivoco mi riporta in mente una celebre pagina dello Scrittoio del presidente in cui Luigi Einaudi, dopo avere elogiato il sistema britannico di “non agire logicamente ma a pezzi e bocconi per la spinta delle circostanze, adattandovisi alla meglio senza badare ai principi”, aggiungeva che “per fortuna la parola caratteristica italiana in materia sta nel verbo arrangiarsi e quindi noi possiamo credere di trovarci su buona via”. Ecco, il pragmatismo anglosassone sta all’italica arte di arrangiarsi più o meno come il “glocalismo” intelligente sta alla proposta marchigiana, che del resto si assomma a iniziative analoghe di mille altri enti locali, dalle giunte regionali alle assemblee di condominio. Il loro slogan potrebbe essere: pensa localmente, lancia proclami retorici globali. Che è poi la formula del provincialismo.