
Olycom
Il Bi e il Ba
Le canzoni italiane e l'ambiguità dell'amore per la mamma
Nella maggior parte dei casi il cantautore italiano medio ama mostrarsi come un "Edipo senza complesso", raccontando la mamma in toni melensi, stereotipati e immuni a un secolo di psicanalisi. Ma ci sono rare e preziose eccezioni
Se consideriamo la centralità della Mamma (e del suo inseparabile complemento mitologico, il Cocco-di-Mamma) nella vita psichica nazionale, è naturale domandarsi perché le canzoni a lei dedicate siano quasi invariabilmente melense, false, stereotipate, e perché soprattutto appaiano così immuni a quel poco di consapevolezza dell’ambiguità, o anche solo dell’ambivalenza dei desideri, che un secolo di psicoanalisi dovrebbe pure aver depositato nel senso comune. Non importa quanto sia numerosa la sua band: il cantante italiano ama mostrarsi, per citare Jean-Pierre Vernant, come un “Edipo senza complesso”. Con qualche eccezione, però; perché è proprio giocando sul filo dell’ambiguità – Mamma e Cocco-di-Mamma abbracciati in una danza un po’ troppo languida per non destare sospetti freudiani – che Luca Barbarossa vinse il Sanremo del 1992 con Portami a ballare: aveva svelato in diretta nazionale il nostro segreto di Pulcinella.
Conosco una seconda eccezione, un po’ meno nota, che mi tiene compagnia in questi giorni di viaggi e di traslochi. E' una canzone di Nino D’Angelo, Chesta sera, che risale al 1997. Molti la scambiarono, e tuttora la scambiano, per una comune canzone d’amore – e già questa confusione dice l’essenziale – ma era un’invocazione della madre Emilia, morta pochi anni prima per un ictus. Dopo quel lutto, Nino D’Angelo cadde in una lunga depressione. Ebbene, ci voleva l’ex ragazzo dal caschetto d’oro, che ama definirsi “l’ignorante intelligente” e “il poeta che non sa parlare” (sono i titoli dei suoi libri autobiografici), per tirar fuori con naturalezza da chissà quali abissi – e senza dover ricorrere all’attrezzatura da pesca del transfert, della proiezione e dell’Edipo – la domanda più vertiginosa, la più freudiana, la più profonda, la più enigmatica che un figlio maschio possa rivolgere alla madre morta: "Dint’ a qual’ammore t’annascunne?" In quale amore ti sei nascosta?

Il Bi e il Ba
La canzone più triste mai scritta da un essere umano

Il Bi e il Ba
Jovanotti è il cantore supremo dell'adolescenza

Il Bi e il Ba