Alberto Negri (LaPresse)

Il Bi e il Ba

Trappole ideologiche per menti smarrite

Guido Vitiello

Alberto Negri il 20 giugno twittava: "Trump può dire no a Israele? Ora vedremo chi comanda nel mondo". Su questo vi invito a rileggere il pamphlet di Steve Cohen, That's funny, you don't look anti-semitic (1984). All'autore costò molte amicizie

Mi è rimasto impresso, tra i tanti tweet analoghi o perfino più balordi, questo di Alberto Negri, giornalista del manifesto spesso ospite dei talk-show di La7, pubblicato su X il 20 giugno scorso: “Trump può dire no a Israele? Ora vedremo chi comanda nel mondo. E sarà chiaro a tutti. Il resto sono chiacchiere”. Ebbene, queste fantasie hanno una storia. Chissà se qualcuno si ricorda di Steve Cohen, il socialista britannico che nel 1984 scrisse un pamphlet che gli costò molte amicizie, That’s funny, you don’t look anti-semitic. A un certo punto Cohen critica alcune teorie della cospirazione sionista diffuse a sinistra che gli paiono lampantemente anti-marxiste, dunque da rigettare ideologicamente prima che per il loro antisemitismo: “A volte il sionismo è ritratto come una forma di dominio mondiale che è situato su un piano superiore all’imperialismo stesso, anzi che controlla l’imperialismo”.

E commenta: “Probabilmente Lenin aveva torto quando vedeva nell’imperialismo la forma suprema del capitalismo: a quanto pare il sionismo è ancora più in alto, perché è capace di controllare i centri nevralgici dell’imperialismo! Questo metodo di analisi ha più in comune con lo stalinismo che con il socialismo rivoluzionario. Per esempio la Pravda (4 ottobre 1967) sosteneva che gli Stati Uniti – lo Stato più potente della storia – fossero essi stessi una ‘colonia sionista’”. Ma lo stalinismo non è sempre l’unica trappola ideologica, quando la mente si smarrisce nella notte in cui tutte le vacche sono rossobrune. In proposito, Cohen racconta un episodio che risale al maggio 1980: il Socialist Worker, settimanale trotzkista britannico, pubblicò la lettera infarcita di stereotipi antisemiti di un lettore indignato per un film televisivo che a suo dire faceva il gioco del sionismo. Venne fuori che il lettore, tale Anthony Jones, era un fascista del National Front. I redattori, a quanto pare, non erano stati in grado di distinguerlo dai propri compagni. 

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