Post di Donald Trump su Truth

Il Bi e il Ba

Lo "strumpatello", ovvero l'ossessivo ricorso di Trump al caps lock

Guido Vitiello

Si spiega in tre modi: Trump è un troll di internet e utilizza le maiuscole per gridare; è un fascista neoimperiale e si richiama alla capitalis monumentalis dell'antica Roma; è esponente di un'avanguardia futurista che utilizza le parole come ordigni esplosivi. A voi la scelta

Tre congetture sullo strumpatello. Così voglio battere l'uso che Donald Trump fa del cosiddetto caps lock , il tasto del computer che consente di scrivere testi tutti in maiuscolo. Cosa rivela questa sua abitudine molesta?

Chi considera Trump un grande troll internettiano , anzi il troll-in-chief, probabilmente ricorrerà all'ipotesi più semplice: per le regole di buona creazione della rete, il caps lock equivale all'urlo, ed è segno come minimo di goffaggine sociale , se non proprio di squilibrio mentale (consiglio il recente Scream di Michael J. Seidlinger, pubblicato da Bloomsbury nel 2023, dove lo stampatello dei social è inserito in una storia evolutiva che parte dagli strilli del neonato).

Chi invece vede in Trump un fascista neoimperiale sarà tentato di vedere in quei blocchi di maiuscole un equivalente immateriale della capitalis monumentalis delle iscrizioni dell'antica Roma , e aspetterà solo il giorno in cui il presidente comincerà a riferirsi a sé stesso come DONALDVS TRVMP.

Per parte mia, punto i miei due centesimi sulla terza congettura. Trump è prima di tutto il portabandiera di un'avanguardia politico-mediatica, ei suoi sproloqui su Truth devono essere messi in coda a un'altra serie culturale, a un'altra tradizione: quella dei manifesti futuristi e delle tavole parolibere, dove le maiuscole – vedi, tra i tanti esempi, il Bombardamento aereo di Paolo Buzzi – sono ordigni esplosivi sganciati sul lettore. Lo strumpatello, in fin dei conti, è più cafone, più fascista o più futurista? Sono tre brutte cose, lo so. Il guaio è che non si escludono. 

 

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