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Il Bi e il Ba

Cosa c'è dietro l'antimacronismo della destra italiana

Guido Vitiello

Al di là delle ragioni politiche di questo accanimento, è all'opera una specie di alleanza dei ripetenti che gongolano a ogni passo falso di un primo della classe. L'effetto è imbarazzante

Nell’antimacronismo della destra italiana, che sembra avere in uggia il presidente francese più di qualsiasi personaggio nazionale (Schlein inclusa), c’è qualcosa che non cessa di sconcertarmi. Ecco qualche titolo degli ultimi due o tre giorni, dopo il colloquio fra Trump e Zelensky e i preparativi per l’elezione del nuovo Papa: “Gaffe di Macron che tenta di imbucarsi”; “Il labiale di Donald a Macron: non è il tuo posto qui”; “Macron s’imbuca pure al Conclave”; “Il ridicolo attivismo di Macron: vuole pure il Papa francese”. Il sito di Nicola Porro ha dedicato a quel labiale di Trump movioloni dettagliatissimi, neanche fosse il filmato dell’attentato a Kennedy. Sorvoliamo sulle ragioni politiche di questo accanimento, reali ma tutto sommato marginali. Qui è all’opera, evidentemente, qualcosa d’altro e di più antico, una specie di alleanza dei ripetenti che gongolano scompostamente a ogni passo falso di un primo della classe che è pure il cocco della maestra (anzi, che se l’è sposata).

L’effetto di questi quotidiani sarcasmi contro un politico straniero è piuttosto imbarazzante: è come entrare nella stanza sbagliata e trovarsi nel bel mezzo di una sessione di psicodramma. Sessione molto ilare, per carità; e i partecipanti sembrano compiaciutissimi del loro acume, quasi stessero riscrivendo giorno dopo giorno una versione pop del Misogallo di Vittorio Alfieri. Dal di fuori, però, l’effetto è diverso. Li sento parlare di questo Macron che s’intrufola nei vertici non invitato, tanto che gli sfilano la sedia da sotto il sedere, o che fa di tutto per inguattarsi tra i cardinali in conclave, e immagino uno di quei personaggi poetici e spaesati della grande commedia francese, interpretati da Jacques Tati o da Pierre Richard. Rivedo, ancora di più, l’indostano di Peter Sellers. E divento, da tiepido che ero, un macroniano di ferro.