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il bi e il ba

Un conto sono gli errori giudiziari, un altro la persecuzione irresponsabile

Guido Vitiello

Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, ha respinto la proposta di istituire una Giornata in memoria delle vittime di errori giudiziari. Certi magistrati vivono in un mondo tutto loro. Ma anche a noi rischia di sfuggire l'essenziale

Evidentemente, non basta chiamarsi Santalucia per avere il dono della vista. Le parole con cui il presidente dell’Anm ha respinto la proposta di istituire il 17 giugno, data dell’arresto di Enzo Tortora, una Giornata in memoria delle vittime di errori giudiziari – “non ne capisco il senso” – rivelano una sola cosa: certi magistrati italiani vivono in un mondo tutto loro. Anche a noi normovedenti, tuttavia, rischia di sfuggire l’essenziale: il problema della giustizia in Italia non sono solo gli errori, da cui nessun sistema è immune, e proprio il caso Tortora ne è l’illustrazione. L’errore, disse Tortora in un comizio, “appartiene ad altra e scusabilissima categoria”. Quando si hanno tutti gli strumenti per evitare di stravolgere la vita di un innocente ma si insiste contro ogni evidenza nel farlo, è di persecuzione che dobbiamo parlare. Il dramma della nostra giustizia è che mette nelle mani dei pm i mezzi della persecuzione irresponsabile e impunita. Detto questo, ben venga la Giornata, e ben venga la proposta di farne l’occasione per insegnare già nelle scuole (ma sono ancora aperte il 17 giugno?) il valore inestimabile di quel principio, la presunzione d’innocenza, così contrario a tutti gli istinti umani che vien da pensare che sia un dono del cielo. Anzi, si dovrebbero metter su anche delle apposite scuole serali perché, come è emerso in questi giorni, abbiamo il ceto intellettuale più giuridicamente analfabeta d’Europa. Per parte mia, lancio una proposta a chi vorrà raccoglierla: creare un premio per la letteratura sull’errore giudiziario, un genere che langue da quando a tener banco, anche in libreria, sono magistrati che giocano a fare gli autori di noir. Sarebbe un’occasione per i giovani scrittori di cimentarsi con i loro racconti su un tema importantissimo e negletto, nella speranza che ne venga fuori una generazione meno cinica, brutale e inquisitoria di quelle che l’hanno preceduta.