Il Bi e il Ba

Di Pietro s'è pentito

Guido Vitiello

Dopo trent’anni di avanspettacolo dipietrista conosciamo i teatrali voltafaccia del furbo Di Pietro. L'ultimo è il pentimento per aver creato dei dipietrini nella magistratura. Qualche dubbio

Ho comprato i salamini e me ne vanto. Considerato che il cognome Petrolini, a lume di etimologia, è pressappoco l’equivalente di Di Pietro, non c’è da stupirsi delle nuove strofette cantate dall’ex pm su Radio Cusano Campus. Tra una critica ai topolini partoriti da certe inchieste-montagna e un pensiero ai maialini con cui banchetterà a Natale, Tonino ha detto così: “Io sono consapevole di aver creato dei dipietrini nella magistratura e me ne pento”. Qualche ritocco alla metrica, ed è pronta per l’avanspettacolo: ho creato i dipietrini e me ne pento. Bella invenzione, questa dei dipietrini. Sono i baccelloni, o ultracorpi, di Di Pietro: quei simulacri di pm tutti toga e niente inchiesta, o con un’inchiesta-partorisci-topolino che serve più che altro a giustificare il dito accusatore e la postura guerriera da tenere nei talk-show, donde poi partire alla conquista di Palazzo San Giacomo (se va bene) o di Campobello di Mazara (se va male).

 

Ho solo qualche dubbio su quel “me ne pento”, perché dopo trent’anni di avanspettacolo dipietrista so fin troppo bene che il furbo Tonino fa questi teatrali voltafaccia – altro che pentimento – solo se non ha più nulla da perdere: quando il campo è ormai arato e tutto il concime possibile è stato sparso, salta sul trattore del vincitore, con tanto di fiore in bocca. Ah, se avesse non solo l’estro verbale ma pure l’orgoglio del suo illustre compare di cognome, che saliva sul palco tutto baldanzoso con una fila di salamini! Così vorrei vederlo, Di Pietro: in scena con i suoi dipietrini, schierati come ballerini di fila, ciascuno con la sua ghirlanda di topolini in mano. Ti à piaciato?

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