Il Bi e il Ba

Noi giochiamo al tribunale. La vita da pensionati di Ingroia e Davigo

Guido Vitiello

Al buon Antonio manca solo la carriera da maestro di danza. Piercamillo fa di tutto per tenersi addosso la toga. Prendano spunto da un racconto di Dürrenmatt: un giudice, un pm e un avvocato che rimettono in scena cause celebri. Un colpevole ogni sera per Ingroia&Davigo

Bello, onesto, trombato Campobello di Mazara incontrerebbe cassazionista pensionato. Ecco il messaggio che vorremmo leggere nella sezione degli annunci personali. Pensateci bene. Da quando ha messo in naftalina la toga, il buon Antonio non ne ha imbroccata una, e al suo carnet di carriere velleitarie e arenate manca ormai solo quella di maestro di danza. Piercamillo, dal canto suo, ha fatto del suo meglio per tenersela addosso, quella toga che indossa come una seconda pelle più coriacea della prima, ma pare che più nulla potrà sottrarlo alla pensione.

 

Volete forse che passi il suo tempo libero intentando cause dispettose ai condomini che tengono il volume troppo alto o fanno ristrutturazioni non a norma? Io suggerisco piuttosto, per il bene dei vicini di casa di Davigo, di prendere spunto da Friedrich Dürrenmatt e dal suo vecchio racconto La panne, dove un giudice, un pubblico ministero e un avvocato difensore, tutti e tre in pensione, si radunano ogni sera a cena per giocare al tribunale, rimettendo in scena cause celebri o improvvisandone di nuove.

 

Certo, nel nostro caso manca il terzo uomo (l’ideale sarebbe arruolare l’avvocato Pignacorelli in Selci, se non fosse che Alberto Sordi è morto), ma tutto sommato si tratta di una figura ininfluente. “È da pazzi, a dir poco, voler essere innocenti davanti al nostro tribunale, e al contrario è quanto mai saggio incolparsi subito di un reato”, spiega l’avvocato di Dürrenmatt. Perché a rigore innocenti non ne esistono, solo colpevoli non ancora scoperti: uno per ogni sera della nuova vita da pensionato.

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