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L'epopea di “The Italian Guillotine” ci insegna che siamo rimasti fermi al neolitico

Guido Vitiello

Il libro americano sulla natura eversiva di Mani pulite è diventato un caso editoriale: vent'anni per arrivare in Italia, finalmente pubblicato quest'estate e subito ritirato per volontà degli stessi autori, Stanton H. Burnett e Luca Mantovani

Ventidue anni per arrivare in Italia, circa ventuno giorni per andarsene. Il caso editoriale di “The Italian Guillotine”, il libro americano sulla natura eversiva di Mani pulite lungamente latitante nell’unico paese in cui doveva esser letto, poi pubblicato questa estate da Aracne all’insaputa dei suoi autori e ritirato per volontà degli stessi dopo appena tre settimane, ha da insegnarci qualcosa.

 

Purtroppo, è qualcosa che non vogliamo imparare. Sul giornale online La Voce di New York, Stefano Vaccara ha intervistato Stanton H. Burnett, autore del libro insieme a Luca Mantovani, e si è fatto spiegare i tre motivi del ritiro. Primo, la traduzione è frettolosa (e chissà perché tanta fretta) nonché piena di errori, “alcuni tali da non sembrare solo semplici errori di traduzione” (sarebbe interessante sapere quali). Secondo, sono stati omessi interi capitoli e soprattutto le 522 note che indicavano le fonti documentarie, trasformando di fatto lo studio in un pamphlet. Terzo, la prefazione di Marco Gervasoni era sgradita agli autori, che ci tengono a non vedere i loro nomi “associati a esponenti accusati di misoginia, razzismo, o ostilità agli immigrati, di essere della Lega o di altri partiti”.

 

 

Le tre ragioni si riassumono in una: Burnett e Mantovani non vogliono finire arruolati nella guerra per bande. E noi siamo simili a quei pigmei della Nuova Guinea, fermi grosso modo al neolitico, che quando videro l’elicottero degli antropologi, dopo una fugace meraviglia per il progresso, si presentarono da loro con un enorme macigno, per gettarlo dal cielo sul villaggio della tribù rivale.