Gervasoni, Boccia e la discrezionalità dell'Università del Molise
Insulti no, plagio sì. Com'è che l'ateneo molisano fa rispettare il suo codice etico? Due casi a confronto
Roma. Nell’Università del Molise si tenta di far rispettare il codice etico, stavolta. Ma non è stato sempre così. Dopo il caso del prof. Marco Gervasoni, che ha rivolto insulti sessisti alla vicepresidente dell’Emilia-Romagna Elly Schlein (“Ma che è n’omo?”, ha twittato commentando la copertina dell’Espresso in cui la donna era raffigurata), l’ateneo di Campobasso aveva inizialmente reagito in maniera timida condannando “ogni forma di discriminazione e di utilizzo improprio dei mezzi di comunicazione” e invitando, attraverso il rettore Luca Brunese la Schlein a una giornata di studi, ma senza mai nominare chi l’aveva offesa. Ieri, ha fatto un passo avanti: “A proposito della vicenda che ha interessato il prof. Marco Gervasoni, il rettore, prof. Luca Brunese, ha inserito nell’ordine del giorno del Senato Accademico, convocato il prossimo 10 settembre, un punto specifico per valutare eventuali violazioni del codice etico, secondo le procedure previste dall’Ateneo”.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Luciano Capone
Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali