La strana guerra tra Inps e Regione Lombardia

Daniele Bonecchi

La disputa sulle domande di Cassa integrazione in ritardo, le polemiche politiche e i numeri. L’assessore al Lavoro della Regione, Melania Rizzoli commenta: “Oggi il sito dell’Inps segnala che abbiamo elaborato più di 48 mila domande. Primi in Italia”

Alla fine il governatore Fontana ha messo i piedi nel piatto: di Pasquale Tridico, presidente Inps. Nei giorni scorsi, secondo dati dell’Inps ripresi anche dal Sole 24 ore, la Lombardia risultava la regione più indietro nell’invio delle domande – che devono essere processate dalla regione inviate poi all’ente – con appena 37 domande decretate e 33 autorizzazioni ottenute. Le informazioni da parte dell’Inps sono doverose anche perché sono stati numerosi gli appelli al governo e all’Inps, così come le critiche, a causa dei ritardi. Si tratta di danari dovuti a persone che non stanno lavorando e di imprese che hanno cessato la loro attività, dovendo rinunciare a una parte dei propri introiti. Sono situazioni in cui le difficoltà non mancano, per questo motivo i ritardi della Cig sono diventati malessere diffuso. Qualche ritardo di partenza c’è evidentemente stato, ma poco dopo la macchina lombarda ha iniziato a processare dati e invece a ingolfarsi è stata quella dell’Inps. Ma al governatore non è andato a genio soprattutto il vespaio di polemiche politiche che è montato, e qualche scarica barile.

  

La colpa di chi è? Si sono domandati, in primis i lavoratori, poi la stampa e poi gli attori della politica. L’Istituto previdenziale, una volta tirato in ballo, ha tentato di smarcarsi. Non è insomma colpa dell’Inps se la cassa integrazione non arriva. Ma allora di chi è la colpa? Stando a quanto spiegato in un primo tempo, il problema è da attribuire alle regioni, che non avrebbero trasmesso le richieste all’Inps. E infatti una nota dell’istituto afferma che la Lombardia ha inviato all’Inps solo poche centinaia di richieste. E allora via con interrogazioni e interpellanze targate Pd e M5s. “Siete a casa dal lavoro per l’emergenza coronavirus e state ancora aspettando i soldi della Cassa integrazione in deroga? Chiedete a regione Lombardia, in forte ritardo nel trasmettere le richieste all’Inps”. “In Lombardia sono 40 mila le richieste presentate dalle aziende per la cassa integrazione in deroga ma solo 765 sono state inviate all’Inps”, denuncia il consigliere regionale Pd Pietro Bussolati, che ha presentato un’interrogazione.

  

Dalla giunta Fontana arrivano le prime reazioni, anche perché regione Lombardia, Abi, Federazione lombarda delle Bcc e i sindacati hanno condiviso per tempo un protocollo per sostenere le anticipazioni della cassa integrazione che saranno erogate dalle banche. Le banche potranno pagare le anticipazioni a tutti i lavoratori occupati presso unità produttive della Lombardia, per il periodo che intercorre fra la richiesta della Cassa integrazione da parte dell’azienda e la ricezione delle indennità erogata dall’Inps. E regione Lombardia ha istituito per questo il Fondo Anticipazione Sociale 2020 per sostenere i pagamenti effettuate dalle Banche. Il 5 maggio l’Inps, tallonata dai parlamentari del centrodestra, comunica che, le domande di cassa integrazione in deroga, determinate dalle singole regioni e inviate all’Inps per autorizzazione al pagamento, sono state invece 173.565. Di queste, 85.046 sono state autorizzate dall’Inps e 29.600 sono state pagate a una platea pari a 57.975 beneficiari. La Lombardia – spiega la Regione – ha avuto due decretazioni, con un primo invio di 37 domande (33 pagate) e il secondo flusso più sostanzioso con oltre 19.800 domande di Cig in deroga (6.484 pagate). E si tratta del numero maggiore di lavoratori a livello nazionale. Tant’è che l’assessore al Lavoro della Regione, Melania Rizzoli commenta: “Oggi il sito dell’Inps segnala che abbiamo elaborato più di 48 mila domande. Primi in Italia. C’è voluta una nota con la promessa di difendere la regione in tutte le sedi competenti, per stoppare la diffusione di falsità da parte dell'istituto e far aggiornare le statistiche”. E ancora: “La Lombardia dà garanzie per la cassa integrazione dal 2014, a dimostrazione di un meccanismo già rodato e affidabile. La Lombardia ha già messo 5,5 milioni di garanzia: Inps deve pagare i lavoratori lombardi”. Fine dell’equivoco, diciamo.

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