La stazione Centrale di Milano (foto LaPresse)

Stazione Centrale si rifà il look, ma c'è un chilometro di spazio vuoto che attende

Giovanni Seu

Entro il 30 novembre sarà completata la riqualificazione di piazza Luigi di Savoia. Fulcro del restyling è il food

Doveva partire a luglio, si inizia a settembre. Poco male due mesi di ritardo per il cantiere di Piazza Luigi di Savoia, anche Milena Careri lo liquida con poche parole: “Un problema di permessi e di burocrazia”. Per l’operating manager di Grandi Stazioni Retail la strada è adesso in discesa: entro il 30 novembre sarà completata la riqualificazione della piazza, ridisegnata con nuove corsie dei taxi che prendono il posto dell’attuale sosta dei pullman mentre questi ultimi saranno spostati più al centro con la contestuale  risistemazione del verde.

 

Fulcro del restyling è il food, ci sono già 3-4 spazi  pronti per la ristorazione mentre nel 2019 sarà creato un mercato sull’altro lato della stazione, ovvero su piazza IV Novembre. Uno scatto sicuramente positivo che però non cancella le perplessità sull’effettivo rilancio della Stazione Centrale per quanto riguarda il gigantesco Rilevato ferroviario, lungo un chilometro con 400 vani vasti ben 40 mila metri quadrati distribuiti sui versanti di via Sammartini e via Ferrante Aporti. Un patrimonio quasi del tutto inutilizzato che, nei piani di Grandi Stazioni Retail, dovrebbe ospitare un polo del food, palestre e imprese d’artigianato: “Sinora abbiamo impegnato 10 vani per il Salone del  Mobile, stiamo lavorando al progetto complessivo” è la risposta prudente di Careri. Un atteggiamento comprensibile se si pensa che i vari tentativi di rilancio sono andati a vuoto. Come quello legato a Fabrizio Giugiaro, l’architetto che nel 2014 presentò a Cannes un progetto che avrebbe trasformato il Rilevato in un parco tematico che suscitò grandi entusiasmi, ma ad oggi è ancora sulla carta: ha pesato l’enorme costo stimato in 50 milioni. L’altra grande chance era legata ad Eataly che prese in esame l’ipotesi di insediarsi in via Aporti ma poi preferì l’ex Smeraldo.

 

A frenare gli investitori sinora sono stati i costi per ristrutturare magazzini costruiti nel 1914 e chiusi da 18 anni. Per Donatella Ronchi, architetto e presidente del Gruppo Fas, la partita si gioca tutta sulla ricerca degli investitori: “Il Comune sta facendo la sua parte, la variante è stata fatta in tempi rapidi per consentire l’avvio dei lavori in Piazza Luigi di Savoia. Le associazioni della zona da tempo svolgono un ruolo di sostegno, l’interesse ad investire esiste”. Più pessimista Giuseppe Mazzeo, altro architetto che ha seguito la vicenda del Rilevato: “Gli investitori arrivano dove ci sono le opportunità: per il Rilevato sinora sono state realizzate operazioni a breve termine, come la Settimana del Mobile con gli olandesi di Ventura Projet che sono rimasti 6 giorni e poi sono andati via”. Eppure l’area che va da viale Brianza a via Spoletto possiede enormi potenzialità che potrebbero consentire un salto di qualità paragonabile a quelli che hanno interessato via Tortona o Lambrate: “Milano sta passando da una visione monocentrica e una policentrica – spiega Mazzeo – in quest’ottica i Magazzini Raccordati possono essere un’occasione dove può trovare spazio l’arte, il design, la moda. Un modello da seguire potrebbe essere la stazione di Berlino dove sono nati ristoranti e spazi dove passare la sera: è una scommessa in cui è fondamentale la posizione dell’Amministrazione comunale”. L’ultima parola, comunque, è di Grandi Stazioni Retail che ha in concessione il complesso della Stazione Centrale fino al 2040.