Gian Vittorio Armani, Roberto Maroni, Alessandro Sorte alla presentazione di Lombardia Mobilità (foto LaPresse)

Perché Lombardia Mobilità, società alla pari, è una svolta

Daniele Bonecchi

Nasce la spa tra regione e Anas che gestirà trasporto pubblico e strade. Un modello nuovo

Centoquaranta minuti per andare da Milano a Roma, col Frecciarossa. Ma la verità è che tra le due città c’è una distanza siderale. E non solo per il pil, la qualità della vita, il benessere e i servizi che Milano può permettersi, nemmeno lontanamente paragonabili a quelli della Città eterna, ma perché il motore di Roma e della regione è in panne, come la sua azienda simbolo dell’immobilismo: l’Atac. Quassù al nord, a gennaio, parte invece la più grande holding della mobilità, destinata a rivoluzionare il trasporto locale e la qualità della vita dei cittadini: Lombardia Mobilità Spa. Un soggetto societario tutto nuovo, in grado di competere con la Ratp (metropolitana, tram, autobus, Rer, Sncf e funicolare di Montmartre) di Parigi o la BVG (U-Bahn, bus, tram, traghetti) di Berlino. Ma Lombardia Mobilità – società alla pari tra Regione Lombardia e Anas – è, nel progetto, un passo avanti rispetto alle altre aziende europee, perché in grado di tenere assieme la mobilità stradale e quella ferroviaria, sia il trasporto individuale (l’auto) che quello collettivo. Le cifre sono importanti: 650 mila veicoli commerciali, oltre 6 milioni di auto in Lombardia, 740 mila pendolari sulle ferrovie regionali e 2 milioni di passeggeri che si riversano in città su bus, tram e metrò. Partiamo da qui, spiega il governatore Roberto Maroni, “con oltre 2.200 chilometri di strade e una dotazione di 60 milioni all’anno, di cui 30 da Regione Lombardia per la manutenzione delle strade regionali e 30 milioni da Anas per la manutenzione delle nuove strade statali”. Ma è solo l’inizio, perché da gennaio Anas entrerà nella galassia societaria delle Ferrovie dello stato. Ed è proprio Maroni a ricordare che la regione controlla con Fs il sistema ferroviario regionale. Da qui si partirà per rafforzare la partnership, fa capire esplicitamente il governatore. Ma il comune di Milano è interessato, a Lombardia Mobilità? “Penso di si – risponde senza esitazioni il sindaco Beppe Sala – obiettivamente questo è uno dei territori sui quali con Maroni sto discutendo per dare ruolo alla Città metropolitana. Perché proprio la mobilità è l’anello di congiunzione tra Città metropolitana e regione”. E non è un caso che il comune, d’intesa con le organizzazioni sindacali abbia scelto la proroga del contratto di servizi con Atm (tram, bus e metro), in attesa di un riassetto societario che – molti auspicano – potrebbe vedere un ingresso di Fs. Anche perché le Ferrovie dello stato sono già nella stanza dei bottoni del trasporto pubblico di Milano, da quando hanno rilevato il 36,5% della M5: con 64,5 milioni, infatti, Renato Mazzoncini, ad di Fs, si è assicurato il controllo della metropolitana più moderna e dinamica della città. E Roberto Maroni non ha nascosto il suo apprezzamento per il manager bresciano che non sembra lesinare investimenti al sistema della mobilità padano. Siglate le intese di massima, il 15 gennaio parte concretamente il nuovo colosso della mobilità. Per regione Lombardia il soggetto abilitato a dare vita alla holding sarà Infrastrutture Lombarde, oggi guidata dall’amministratore unico Giuliano Capetti e dal dg Guido Bonomelli. Alle viste una razionalizzazione dell’intero sistema delle utilities lombarde. Ad Anas, che controlla il 50% della nuova società, tocca la nomina dell’amministratore delegato. “Nasce un modello nuovo – spiega Maroni – che in qualche modo anticipa anche quanto stiamo discutendo con il governo nella trattativa sull’autonomia a proposito di gestione delle infrastrutture e delle grandi reti. Lombardia Mobilità, infatti, per la prima volta in una regione, rappresenta un modello di integrazione fra chi ha il compito di programmare, progettare e decidere cosa serve (la regione) e chi deve gestire concretamente (Anas)”. Spiega il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani: “Lombardia Mobilità ha l’obiettivo di rendere più efficiente e valorizzare il patrimonio infrastrutturale dell’intero territorio regionale. L’unione delle sinergie permetterà di ridurre i costi di gestione e manutenzione al chilometro, innalzando i livelli di servizio e di comfort per il viaggiatore. Inoltre, con il know how ‘Smart Road’ acquisito da Anas, la rete stradale lombarda sarà la prima area d’Europa con sistemi tecnologici avanzati che garantiranno una migliore fruibilità”.

 

La nuova società avrà un business plan all’interno del quale saranno inseriti investimenti in manutenzione programmata e ricorrente interna ed esterna, sulla rete nazionale e regionale, oltre al presidio del territorio con personale e mezzi necessari a garantire il controllo delle infrastrutture. Naturalmente si punta a soluzioni tecnologiche e innovative, oltre a piani di investimento statali e regionali per la manutenzione straordinaria e le nuove opere. Qualche intoppo – strada facendo – c’è stato: infatti il percorso iniziato il 10 marzo scorso si era dovuto interrompere perché era stata presentata la richiesta di fallimento, da parte della procura della Repubblica, nei confronti della società Pedemontana. Ciò ha procurato uno stop di alcuni mesi perché nel panel delle strade affidate a Lombardia Mobilità ci sono – sul tracciato Pedemontana – le tangenziali di Como e Varese. Dopo l’intesa col sistema bancario il pericolo fallimento per Pedemontana è tramontato e le due tangenziali passeranno sotto la tutela dell’Anas. Entro metà gennaio 2018 Lombardia Mobilità Spa mollerà gli ormeggi ed entro il 30 giugno l’avvio della gestione operativa sarà una realtà. E così troveranno una regia appropriata anche le strade provinciali. “Sembrava una sfida folle – commenta l’assessore a Mobilità e Infrastrutture della regione, Alessandro Sorte – ma anche questa volta ce l’abbiamo fatta e le strade della nostra regione finalmente potranno avere quella manutenzione che manca da troppi anni a causa delle gravissime ristrettezze economiche in cui versano le province”.

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