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Tutte le inchieste e i processi sui cantieri che andranno avanti a Milano
Secondo il comitato delle Famiglie sospese, ci sono sia i cantieri sotto sequestro sia le case completate, anche queste sotto sequestro. Per non parlare dei 150 progetti bloccati in via preventiva dalle imprese per timore di fare la stessa fine di quelli appena citati. In tutto sono 4.500 le famiglie che si trovano in questo limbo
Dopo le clamorose decisioni della Corte di Cassazione si può considerare azzoppata l’inchiesta sull’urbanistica milanese? Di certo, per ora, la Procura ha subito una botta pesante addirittura l’ex assessore Tancredi potrebbe rientrare in Comune di Milano (si sta ragionando in quale settore ricollocarlo). Nel merito viene meno l’accusa più grave di un patto corruttivo tra commissione paesaggio e imprenditori per dare il via libera ai progetti. Una boccata d’ossigeno per il Comune, oltre che per i diretti interessati, che è rimasto terremotato dalle inchieste: un assessore costretto alle dimissioni, una decina di funzionari indagati con la conseguente paralisi del settore Urbanistica, la commissione Paesaggio sospesa, i ripetuti tentativi di uscire da questa impasse con la revisione delle procedure per ottenere i titoli edilizi. C’è poi la situazione decisamente paradossale del sindaco e del direttore generale Malangone che, come precisa Palazzo Marino, non sono indagati e non hanno mai ricevuto comunicazioni dalla procura nonostante sia evidente che siano stati messi nei mesi scorsi nel mirino “corruttivo” di corso di Porta Vittoria, ora assai appannato da riesame e Cassazione: non a caso l’intervento di Sala lo scorso luglio in Consiglio comunale era stato imperniato proprio nel sostenere le regolarità del suo operato sulla vicenda del Pirellino.
Il clima che si respira nell’amministrazione è così riassunto da un esponente della maggioranza: nonostante mesi di indagini la procura non ha trovato la pistola fumante, la prova che sia esistito un accordo tra politica e affari sui progetti immobiliari. Questo non fermerà però le inchieste (anche in base a una sentenza del Consiglio di Stato, di cui parliamo nell’articolo qui sopra, ndr), che andranno avanti sino alle richieste di rinvio a giudizio che non troveranno ostacoli perché Gip e Gup non si mettono mai di traverso. Tendenza presente anche in campo nazionale come dimostra la recente risposta del ministero di Giustizia a un’interrogazione, ricordata ieri dal Foglio, secondo cui i Gup danno il via libera al 90 per cento di richieste di rinvio a giudizio.
Ancora più preoccupante il quadro che emerge nel campo delle costruzioni. Secondo il comitato delle Famiglie sospese le varie inchieste si possono dividere in tre categorie: ci sono i cantieri sotto sequestro (Residenze Lac, Scalo House, Lepontina e Papiniano) e le case completate anche queste sotto sequestro (Park Towers, Hidden Garden, il Lido e Serliosette) dove le famiglie hanno già acquistato gli appartamenti. Poi ci sono 150 progetti bloccati in via preventiva dalle imprese per timore di fare la stessa fine di quelli appena citati. In tutto sono 4.500 le famiglie che si trovano in questo limbo ma, secondo il comitato, sarebbero a rischio ben 50 mila che vivono in alloggi costruiti con le stesse modalità contestate dalla procura. Sul fronte Tribunale, al momento, sono due i casi arrivati al dibattimento, si tratta della Torre Milano dei costruttori Rusconi e di Park Towers di Bezziccheri. L’ipotesi più concreta è che anche gli altri colleghi inquisiti arriveranno in aula perché – spiega l’associazione Aspesi – nessuno è intenzionato a patteggiare, si preferisce affidarsi ai giudici anche in considerazione dell’orientamento favorevole tenuto da Cassazione e Riesame. Sempre Aspesi ricorda che solo in due casi – Catella e Bezzicchieri – si contesta la corruzione, negli altri è in ballo l’abuso edilizio.
In aula, perciò, si parte dall'articolo 41-quinquies, comma 6, della legge 1150 del 1942 che impone per volumi superiori a 3 mc/mq e altezza superiori a 25 metri l'approvazione di un piano attuativo, come sostiene l’accusa. Una norma che invece sarebbe stata superata, secondo la difesa, dalle più recenti leggi del 2001, 2012 e 2013 e soprattutto dal dl del 2020 del governo Conte che hanno rimodellato la materia in senso più liberale.