Bruno Megale - foto LaPresse

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Le sfide del nuovo questore di Milano

Cristina Giudici

Bruno Megale conosce bene la città dai tempi dell’islam radicale. Oggi tra microcriminalità e violenza sulle donne le priorità sono cambiate: bisognerà lavorare sulla percezione dell’insicurezza, ha detto incontrando i giornalisti

Benvenuto a Gotham City dove i problemi legati alla sicurezza si moltiplicano, le università sono in subbuglio e la devianza minorile è in preoccupante aumento. E’ stato questo l’ironico ma sincero saluto di benvenuto al nuovo questore Bruno Megale da parte di alcuni giornalisti che ben lo conoscono, al primo incontro con la stampa lunedì. Bruno Megale torna a Milano dove è stato per 15 anni un apprezzato funzionario dell’antiterrorismo e poi capo della Digos negli anni drammatici del contrasto al terrorismo islamico post 11 settembre. “Manco da Milano da nove anni e questa è una città internazionale che cambia velocemente: dovrò affrontare una serie di priorità dovute alle trasformazioni profonde della società che si ripercuotono con maggiore visibilità su Milano, come accade in tutte le metropoli”, ha detto il neo questore, che ha fatto riferimento anche al tema dei minori stranieri non accompagnati perché nel capoluogo lombardo si concentra il 10 per cento dei 21.991 presenti in Italia. Spesso restano sulla strada o, se commettono reati, finiscono al Beccaria anche quando dovrebbero essere mandati in comunità attrezzate.

“Bisognerà lavorare sulla sicurezza, sulle conflittualità innescate dalla crisi internazionale, sull’aumento esponenziale delle migrazioni: una questione di solo ordine pubblico sarebbe utopistica”. Pensare che le forze dell’ordine possano affrontare tutti cambiamenti sociali è una pretesa esagerata, d’accordo. Ed è vero che Milano è una vetrina dove anche un ramo che cade da un albero fa rumore. Megale ha dichiarato che bisognerà lavorare sulla percezione dell’insicurezza, anche se ricorrere al tema della percezione è un argomento debole in una città dove il trend criminale è diminuito ma al contempo sono aumentate drasticamente la microcriminalità e il numero dei reati predatori: furti, aggressioni con taglierini e risse violente fra adolescenti di cui aveva parlato con franchezza anche il questore uscente, Giuseppe Petronzi, che è stato nominato prefetto a Trento. “I reati più aggressivi e percepiti, come le rapine e le lesioni, sono aumentati”, ha dichiarato in una recente intervista al Corriere, il 23 aprile. “Con il coinvolgimento degli stranieri cresciuto radicalmente: dal 71 per cento dei casi del 2022 si è passati all’81 per cento”.  

La sicurezza è un tema complesso perché si incrocia con un disagio giovanile che non può essere risolto solo ricorrendo alla carcerazione, come ha sostenuto l’arcivescovo Mario Delpini interpellato su GranMilano in merito alle violenze emerse al Beccaria. Last but not least, non si può dimenticare un’altra piaga sociale che a Milano è particolarmente sentita ma, va detto, viene gestita con maggiore attenzione e sensibilità istituzionale rispetto al passato: le denunce delle violenze contro le donne che dal 2019 sono raddoppiate. Auguri al nuovo questore Megale, che sulla scrivania troverà molteplici dossier e fronti aperti. 

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