Coda per andare al fuorisalone di Alcova

Gran Milano

Alcova, il vero genius loci creativo del Fuorisalone, molla la città e sceglie Varedo

Francesca Amé

Così, di botto, l'icona dell'evento milanese, rivela il suo colpo a sorpresa per il 2024: trasferisce la kermesse in due incantevoli ville della Brianza, segnando una svolta significativa nel concept e nelle location del design milanese

Arriva così, di botto, in una città ancora intorpidita dalla pausa natalizia (a eccezione del mondo fashion, ché quello non riposa mai e infatti è accorso qui per Milano Moda Uomo), la notizia che non ti aspetti. Il meglio del Fuorisalone 2024 sarà fuori Milano. In attesa delle presentazioni ufficiali alla stampa del Salone del Mobile, che quest’anno si terrà tra il 16 e il 21 aprile, Alcova ha bruciato tutti, comunicando di aver preso un biglietto extraurbano di sola andata con fermata in Brianza, a Varedo (il comune, lo diciamo per dovere di cronaca, dove è cresciuto il sindaco Beppe Sala). La notizia, annunciata via Instagram e rimbalzata subito sui siti di settore, parrebbe cosa da addetti ai lavori se non fosse che Alcova negli ultimi anni è diventata la quintessenza del Fuorisalone, ovvero di quella serie di eventi esterni alla fiera vera e propria nati per dare spazio e visibilità a marchi meno blasonati e sperimentali.

Da anni più atteso, frequentato e chiacchierato del Salone stesso, il Fuorisalone vive del felice mix tra apertura di palazzi prestigiosi e di solito inaccessibili nel centro e scoperta di luoghi délabré e suggestivi in periferia, confermandosi anno dopo anno occasione ghiotta per chiunque debba promuovere qualsiasi cosa (che spesso e volentieri nulla ha a che fare col design). Alcova finora è stato il figlio più promettente del Fuorisalone. Progetto curatoriale avviato nel 2018 dai creativi globetrotter Valentina Ciuffi e Joseph Grima con l’intento di aggregare brand, gallerie e designer emergenti valorizzandoli in un’esposizione in luoghi semisconosciuti se non abbandonati di Milano, Alcova finora le ha azzeccate tutte. Chi si dimentica la coda infinita che lo scorso anno si snodava attorno all’ex macello di Porta Vittoria, scelto da Alcova come placetobe del Fuorisalone 2023? Novantamila i visitatori registrati (molti quelli che lamentarono di non essere riusciti a entrare), attratti dall’instagrammabile fascino di oggetti di design ospitati in un luogo così connotato, a tratti persino fatiscente. Alcova all’ex macello è riuscita a superare il successo del 2022 quando aprì un’esposizione nell’area dell’austero ospedale militare di Baggio: nessuno lo aveva mai fatto prima. E ora che sono arrivati i riconoscimenti (tra cui il prestigioso invito, lo scorso dicembre, a Miami per la Design Week), Alcova abbandona la festa? 

La sensazione è che il cambiamento di rotta sia sostanziale (qualcuno vorrà forse leggere anche un effetto disamoramento per Milano?). Del resto, trattandosi di design, la “location” è parte del “concept”. Al prossimo Fuorisalone, sembra suggerire Alcova, non andremo più a caccia di scenari post-industriali e atmosfere distopiche: cercheremo tutt’altro, cercheremo il bello. Esauriti gli stimoli dentro i confini milanesi, Alcova guarda alla grande area metropolitana e sceglie la (quasi) verde e produttiva Brianza (non è forse qui che sta il vero distretto del mobile?). A Varedo, dove si arriva non con la metro ma con il passante ferroviario, punta su due luoghi non troppo noti ma di innegabile bellezza: Villa Borsani e Villa Bagatti Valsecchi. La prima, progettata durante la Seconda guerra mondiale da Osvaldo Borsani, è un gioiellino dell’architettura modernista: era la casa di famiglia vicina all’atelier di mobili (gli Arredamenti Borsani Varedo) e negli anni ha avuto come ospiti Lucio Fontana, Gio Ponti, Ugo Mulas, Fausto Melotti. 

Interni pazzeschi (ci sono un camino di Fontana e opere di tanti altri artisti contemporanei) e giardino da incanto, è oggi la residenza privata dei discendenti dei Borsani e aprirà le sue esclusive porte solo per Alcova. Che in Brianza raddoppia, facendo tappa in un’altra villa di gran fascino, quella usata dalla nobile famiglia milanese dei Bagatti Valsecchi come buen  retiro estivo e ora gestita dalla Fondazione La Versiera 1718. Il design futuribile by Alcova troverà casa tra gli ottocenteschi spazi della magione, eretta sulle colonne provenienti dal Lazzaretto di Milano in perfetto stile neorinascimentale. Anche qui, come spesso accade da queste parti, il giardino è parte del genius loci e noi scommettiamo che il popolo del Fuorisalone si lascerà incantare da questa Alcova fuori Milano, così bella e così green.  


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