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L'intrigo della pista olimpica di bob è all'ultima curva

Daniele Bonecchi

Scade il bando di gara per l’ipotesi di un impianto “Cortina light”. Per sistemare l'impianto storico i tempi sono ristrettissimi

Oggi è il gran giorno. Infatti il 18 gennaio scade il bando di gara per l’ipotesi – uscita dal cilindro del minsitro alle Infrastrutture Matteo Salvini – di un impianto “Cortina light” per realizzare l’agognata e complicata pista di bob delle Olimpiadi 2026. La vittima sacrificale, fino ad oggi, sembra essere stata la Fondazione olimpica, che ha pagato il dualismo con la struttura operativa Simico (Società Infrastrutture Milano Cortina 2020 - 2026 Spa), che dipende dal ministero per le Infrastrutture. E infatti Fondazione ha dovuto assistere, mese dopo mese, al rinvio di una decisione, che non dipende da lei, sulla pista di bob, provocata dalle incertezze e dal balletto della politica. Fondazione infatti è nata come struttura per organizzare l’evento olimpico, mentre Simico si doveva occupare della realizzazione delle infrastrutture. Ma vediamo da vicino il percorso della tanto contesda (e contestata) pista di bob. Il progetto Cortina 1, lanciato da Simico, è fallito perché al bando non ha partecipato nessuno. Poi nella successiva fase di trattativa le due imprese che si erano dichiarate disponibili hanno chiarito che l’investimento di 124 milioni non era sufficiente. Fondazione a quel punto ha preso atto, e per voce di Giovanni Malagò, ha avanzato l’ipotesi di ricorrere a un impianto già pronto all’estero. Apriti cielo: il tricolore deve garrire su tutti gli impianti olimpici, hanno fatto sapere dal governo sovranista. E’ riemersa così l’ipotesi Cesana Torinese (sponsorizzata dal leader di Forza Italia Antonio Tajani) dove un impianto già esiste e Simico si è dedicata al progetto. 

Il 5 dicembre, durante la cabina di regia, si è palesata però (via Salvini) l’ipotesi “Cortina light”. Simico si è messa a disposizione anche per questa opzione con un secondo bando di gara che chiuderà finalmente oggi, 18 gennaio 2024. Il bando parla della “realizzazione del ‘Cortina Sliding Centre’ - lotto 2”. Lo ha comunicato il commissario straordinario di governo, Luigivalerio Sant’Andrea, per il tramite di Simico. “Si tratta dei lavori di riqualificazione della storica pista Eugenio Monti di Cortina d’Ampezzo e dell’area a essa connessa”. E il giro delle Alpi ritorna al punto di partenza. Resta aperto – sempre che il nuovo bando trovi operatori disponibili – il problema dei tempi di realizzazione della pista. In passato, e correndo, gli operatori più esperti ci hanno messo 30 mesi e per omologarla servono almeno un centinaio di discese. In soldoni la pista deve essere pronta entro il marzo 2025 e il rischio di non farcela è dietro l’angolo. Sullo sfondo – inutile ricordarlo – lo scontro perpetuo tra i partiti di maggioranza che condiziona pesantemente anche gli enti tecnici che dovrebbero invece collaborare. L’Italia sta nel mezzo, e rischia una devastante uscita di pista.

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