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Granmilano

La rissa del Terzo polo vista dalla città che sarebbe la sua casa

Maurizio Crippa

Da una prospettiva milanese e lombardocentrica, non si riesce a comprendere la ratio delle tensioni al limite della rottura tra Azione e Italia viva. Proprio nella città dove un ipotetico partito riformista potrebbe avere un futuro

Ciò che sta accadendo nelle ultime ore sul travagliato binario Rignano-Roma (non dite Parioli!) è nella sostanza incomprensibile per chi osservi la politica dalla sua prospettiva nazionale. Ieri alle 18.30 Carlo Calenda, con un messaggio che somiglia a un proclama, aveva “convocato il Comitato politico del Terzo polo per discutere e votare la proposta di costituzione del partito unico. Altro tempo da perdere non ne abbiamo”. Fonti di Italia viva fanno però notare che la riunione era già calendarizzata, il lavoro preparatorio per il partito unico e il cronoprogramma relativo vanno avanti da tempo e in agenda non erano previste votazioni. E senz’altro non ultimative come quelle annunciate. Si vedrà. Quello che qui maggiormente interessa notare, è che guardandole da una prospettiva milanese e lombardocentrica, le tensioni al limite della rottura tra Azione e Italia viva appaiono ancora meno comprensibili. Anzi proprio non si riesce a comprenderne la ratio.

 

Raccogliendo qualche impressione – off record, c’è già bastanza casino – tra gli interessati, la cosa che più colpisce non è tanto lo scoramento di chi da tempo sta lavorando a un progetto politico, buono o cattivo che sia. La cosa che colpisce è la determinazione ad andare avanti per una strada già intrapresa. Nel fine settimana sono previsti eventi cittadini organizzati unitariamente, ieri Lisa Noja, renziana e capolista in Regione, ha partecipato a un incontro promosso da giovani “azionisti”. A Milano, quello che si chiama (per ora) Terzo Polo, insomma Azione e Iv  (all’inizio partecipò anche e +Europa, ma le strade furono diverse), esiste da metà del 2021: nella campagna elettorale che ha rieletto Beppe Sala i due partiti hanno lavorato uniti, da allora il gruppo consigliare (e quelli municipali) lavorano come un unico gruppo e partito. Avviene da due anni in città, è avvenuto per la campagna elettorale della politiche, che è andata bene e ha suscitato speranze, soprattutto in città (punte del 25 per cento). E’ andata molto meno bene per le regionali, il Terzo polo è rimasto sotto il 10 per cento mentre l’obiettivo era “sfondare”. Certo, la scelta della candidata Moratti non è stata quella giusta, è stata imposta da Roma (ancora) e molte ruggini (nazionali) di oggi nascono da quella performance opaca.

 

Ma quello su cui riflettere, più in generale, è che se c’è una città, e in futuro qualche porzione della regione, in cui un ipotetico partito lib-dem riformista potrebbe avere un senso e un futuro è proprio Milano. La città in cui il Pd “renziano” ebbe la maggioranza al referendum, e dove la sinistra di stampo liberal ha sempre avuto consensi, e ha contato. La stessa prima sindacatura di Sala, al netto di tensioni personali che presto emersero, era nata in una prospettiva molto più riformista della seconda. Ovvio, oggi quel Pd non esiste più (alle regionali, il pd più votato in città è stato Paolo Romano, giovane sostenitore di Schlein, mentre il partito al Pirellone è nelle mani di Pierfrancesco Majorino). Significa che lo spazio per essere riferimento di un elettorato diverso esisterebbe pure. Del resto persino a Palazzo Marino i segnali di uno scollamento tra la giunta di Sala e la maggioranza consiliare fortemente connotata in zona mozione Schlein sono evidenti: dai tagli al bilancio sociale, al green ad Area B. I rappresentanti della piccola ma consistente area del Terzo polo (del resto rappresentata in Giunta) ritengono di avere la loro tela da tessere, nei prossimi anni. Chissà che forma, o che nome, quell’area potrà avere. In attesa di capire cosa succederà sul traballante binario Rignano-Roma (non dite Parioli!).

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"