il foglio Review
La copertina del Foglio Review raccontata da Cristina Damiani
L'illustratrice che l'ha disegnata ci parla di “Buon anno nuovo”, la cover del nuovo numero del magazine del Foglio, in edicola dal 30 dicembre 2025
Cristina Damiani, giovane illustratrice romana, ci ha raccontato il dietro le quinte della sua cover per la Review di dicembre. Un “Buon anno nuovo” fatto di intimità e di condivisione della bellezza.
Qual è stato il processo creativo che l’ha portata a illustrare la cover del Foglio Review, dal titolo “Buon anno nuovo”?
Ho affrontato il lavoro sulla cover partendo da una fase di esplorazione, mantenendo però fin dall’inizio la coppia come fulcro dell’illustrazione. Affetto e intimità sono stati infatti i concetti guida del mio processo. Tra le diverse proposte sviluppate, la direzione scelta è stata quella di raccontare la capacità di ritrovarsi anche nel pieno dei festeggiamenti, circondati da persone e rumore. Mi interessava far convivere due dimensioni: una più raccolta e privata, legata alla coppia, e una più spettacolare e condivisa, evocata dai fuochi d’artificio.
Si è immaginata una storia che ha come protagonista la coppia in primo piano?
Più che una storia, ho immaginato un luogo e un fermo immagine, quasi una cartolina.
L’ambientazione è la Terrazza del Pincio, luogo iconico per i turisti ma profondamente caro a noi romani. Da questa prospettiva si ha la sensazione di cingere la città con lo sguardo, parallelismo che si rispecchia nell’abbraccio dei due protagonisti.
Come ha lavorato dal punto di vista compositivo e della scelta cromatica?
Dal punto di vista cromatico, la sfida è stata rendere la dimensione notturna senza rinunciare alla luce. I fuochi d’artificio diventano così la principale fonte luminosa: illuminano la scena e ne determinano la palette, fatta di colori vibranti, pensati per suggerire energia e brillantezza, quasi a evocare il sibilo che precede l’esplosione.
Sul piano compositivo, ho scelto di non mostrare i volti dei due protagonisti per mantenere l’immagine aperta e inclusiva. L’abbraccio si presta a una lettura più ampia, legata all’affetto, alla cura e alla vicinanza tra due persone. Co-protagonista dell’illustrazione è il cielo che, con lo spettacolo dei fuochi, occupa metà della composizione. Infine gli alberi, quasi come fossero delle quinte teatrali, incorniciano la scena e accompagnano questo momento di nuovo inizio.
Nel suo lavoro di illustratrice, quali sono i suoi riferimenti artistici? Da dove tra ispirazione?
Trovo ispirazione in ciò che mi circonda, nell’osservazione quotidiana. Il mondo naturale ha sicuramente un ruolo importante, ma non è l’unica fonte. L’ispirazione può nascere durante un viaggio così come nei gesti più ordinari, mentre faccio delle commissioni nel mio quartiere. Spesso è un dettaglio inatteso a far scattare la scintilla: una persona, un oggetto fuori contesto, un colore che stona e interrompe l’equilibrio della scena.
Guardando alla storia dell’arte, mi riconosco nell’universo surreale di René Magritte mentre tra gli illustratori italiani contemporanei seguo con interesse Olimpia Zagnoli, Chiara Ghigliazza, Giacomo Bagnara e Matteo Berton.
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