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Chicche rapide per capire cosa succede in Italia, senza troppi fronzoli e con qualche spunto per orientarsi nella politica.

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6 aprile. L'Austria è l'ultimo Paese europeo ad annunciare sanzioni diplomatiche contro la Russia. Questa mattina il ministero degli Esteri ha annunciato l'espulsione di tre diplomatici russi dall'ambasciata a Vienna e uno dal consolato a Salisburgo.

Reuters riferisce che un portavoce del ministero degli Esteri ha affermato che i funzionari russi si erano comportati in modo incompatibile con il loro status diplomatico. Devono lasciare il Paese entro il 12 aprile.

C'è stata un'ondata di espulsioni del personale diplomatico russo, sebbene alcuni paesi, in particolare Gran Bretagna, Canada e Australia, non abbiano ancora intrapreso alcuna azione.


  

29 marzo. Situa. Segnali nuovi, per la prima volta da trenta giorni a questa parte orientati a definire uno scenario futuro meno drammatico rispetto a quello attuale. Segnale numero uno: la Russia, in via ufficiale, ha affermato che ridurrà la sua attività militare nell'Ucraina settentrionale dopo progressi "significativi" registrati nei colloqui di pace a Istanbul. Segnale numero due: il Regno Unito registra "una certa riduzione" dei bombardamenti russi intorno a Kiev. Segnale numero tre: due alti funzionari statunitensi hanno affermato che la Russia sembra stia ritirando alcune forze da Kyiv e hanno definito il cambiamento nella strategia “importante”. Segnale numero quattro: il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha affermato che "l'obiettivo principale" di Mosca in Ucraina era la "liberazione" della regione del Donbas, e dunque non di tutta l'Ucraina. Segnale numero cinque: le borse europee credono alla pace (e sono salite molto) e contestualmente il prezzo del petrolio è sceso del 7 per cento (il prezzo sale quando c'è instabilità). In Italia, intanto, Draghi cerca di riportare ordine e fa una doppia mossa. Prima: colloquio con Conte (al termine del quale fa sapere che dire no all'aumento delle spese militari significa essere fuori dal governo). Secondo: colloqui con Mattarella (senso: il governo rischia). Cercasi un cessate al fuoco vero, in Ucraina, e cercasi un cessate il fuoco politico, a Roma.


  

28 marzo. Situa. Giornata a due facce. Prima faccia: la diplomazia. Seconda faccia, come sempre, le bombe. Diplomazia: domani, in Turchia, previsto incontro tra funzionari ucraini e russi. Sul tavolo: la neutralità dell'Ucraina e lo stato delle aree contese nell'est del paese. Obiettivo: cessate il fuoco. Possibilità che si arrivi a una decisione: prossime allo zero. Fronte bellico. Attacchi russi anche oggi. Il sindaco di Mariupol chiede la "completa evacuazione" della città. Il portavoce del ministero della Difesa ucraino Oleksander Motuzyanyk dice di non vedere segni che possano far sospettare che la Russia abbia rinunciato a un piano per circondare Kyiv. Il sindaco di Irpin, che è un sobborgo della capitale Kiev, intanto ha affermato di aver bonificato l'area dalle forze russe. Dati dei morti a Mariupol: 5000, di cui circa 210 bambini. Ancora lunga, ma le parti si parlano, e la ragione per cui gli europei hanno criticato Biden, per la sua uscita su Putin e l'involontario riferimento al regime change, si può spiegare anche così: si combatte, ma si tratta.


 

25 marzo. Situa. Svolta strategica in corso. Il ministero della Difesa russo ha affermato che la prima fase dell'operazione militare è stata "generalmente" completa. Risultato: la Russia si concentrerà sulla "liberazione" della regione orientale del Donbas in Ucraina. E' importante perché la “denazificazione” annunciata doveva riguardare l'intero paese, oggi torna a essere un tema regionale. Colloqui in corso tra Russia e Ucraina, mediati dalla Turchia. Nessun passo avanti, ma una base di trattativa su un tema: la neutralità dell'Ucraina. Modello suggerito dalla Turchia: Hong Kong. La Russia annuncia perdite copiose. Soldati: 1351. Intanto l'Ucraina prepara la fase due. Prossima richiesta alla Nato: passare dalle armi difensive a quelle offensive. Guerra lunga, ancora.


   

22 marzo. Situa. Giornata, in Italia, monopolizzata dai due discorsi. Uno di Zelensky, alla Camera, e uno di Draghi. Frase chiave di Zelensky: “Abbiamo bisogno di altre sanzioni, altre pressioni”. Frase chiave di Draghi: “L'Italia vuole l'Ucraina nell'Unione europea”. Segnali dal campo. Le forze armate ucraine hanno ripreso il controllo di Makariv, una città a 30 miglia a ovest di Kiev. Cibo e forniture mediche sono quasi esaurite nella città di Kherson, nel sud dell'Ucraina. Le forze russe, secondo alcuni comandanti militari ucraini sentiti dal Guardian, hanno solo altri tre giorni di carburante, cibo e munizioni per condurre la guerra “dopo un'interruzione delle loro catene di approvvigionamento”. Gli Stati Uniti e la Nato credono che la Bielorussia potrebbe “presto” unirsi alla Russia  nella sua guerra contro l'Ucraina. Biden, intanto, prepara il suo viaggio in Europa. Siamo a un mese di guerra. Quanto durerà ancora? Gideon Rachman sul Financial Times non è ottimista: “Il risultato più probabile sono ancora molti mesi di combattimenti”.


 

16 marzo. Situa. Giornata che viaggia su due binari. Sul primo binario ci sono le trattative, quelle tra Ucraina e Russia. I fatti importanti. Primo: le dichiarazioni in mattinata del ministro degli Esteri Lavrov, che dice di avere “qualche speranza di raggiungere un compromesso, perché lo stato neutrale viene ora discusso seriamente insieme”. Seconda notizia: una bozza di accordo formata da diciassette punti su cui Ucraina e Russia oggi hanno iniziato a lavorare. Problema: l'Ucraina considera quella bozza solo la visione della Russia, non dell'Ucraina. Il secondo binario coincide con gli attacchi, anche oggi. Le forze russe hanno sparato e ucciso 10 persone in piedi per il pane nella città di Chernihiv, nel nord dell'Ucraina, ha detto l'ambasciata americana a Kyiv. Secondo le Nazioni Unite, sono circa 1,4 milioni i bambini scappati dall'Ucraina dall'inizio dell'invasione della Russia. Quasi uno ogni secondo, dal 24 febbraio. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dice Reuters, ha definito il presidente russo Vladimir Putin “un criminale di guerra”: è la prima volta che lo dice. La guerra continua, ma per la prima volta i negoziati, lenti e logoranti e difficili, non sembrano fasulli.


      

14 marzo. Situa. I tentativi di mediazione continuano, ma i risultati non arrivano. “Quasi tutti i progressi russi in Ucraina rimangono in stallo”, ha detto oggi alla Cnn un alto funzionario della difesa degli Stati Uniti durante un briefing con i giornalisti. Incontri. Primo: oggi a Roma il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, e il suo omologo cinese, Yang Jiechi, hanno parlato a lungo. Tema: pressioni sulla Cina per evitare (a) un suo coinvolgimento indiretto nella guerra, a sostegno di Putin, e (b) un aiuto alla Russia per dribblare le sanzioni. Bennett, primo ministro israeliano, oggi a colloquio con Putin, prima, e Zelensky poi (preoccupazione per il ruolo dell'Iran). Intanto si intensificano i bombardamenti su Kyiv. Ferito un giornalista americano. Impressioni: non ci sarà una vera trattativa per la cessione dell'ostilità se prima la Russia non raggiungerà i suoi obiettivi militari. I tempi si allungano. Un guaio per Kyiv. Un grosso guaio per Putin.


  

12 marzo. La situa in due immagini. La prima: una dichiarazione di Zalensky per la prima volta non pessimistica. La seconda: la dimensione del prossimo tema che l’Europa dovrà governare: i profughi.

 


     

9 marzo. Situa. Doveva essere la giornata delle evacuazioni, è stata la giornata dei bombardamenti. Bombe russe su un ospedale pediatrico e un reparto maternità nella città di Mariupol, nel sud dell'Ucraina. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato almeno 18 attacchi a strutture sanitarie, operatori sanitari e ambulanze in Ucraina. Più di 40.000 civili sono stati evacuati. Zelensky ha affermato che la comunità internazionale sarebbe responsabile di una “catastrofe umanitaria” di massa se non lavorerà a una no fly zone ma lo fly zone ha ripetuto oggi il segretario di stato americano, Blinken, non ci sarà. Il Regno Unito ha affermato di voler inviare missili antiaerei in Ucraina per aiutare Kyiv a combattere gli attacchi “indiscriminati e omicidi” della Russia. Gli osservatori concordi sulla nuova escalation imminente. Ma Blinken non così pessimista. Sentite cosa dice: “Puoi vincere una battaglia, ma questo non significa che vincerai la guerra. Putin può prendere una città ma non potrà prendere il cuore e la mente della sua gente e gli ucraini lo stanno dimostrando ogni singolo giorno”. Continuano intanto i boicottaggi dei figli della globalizzazione. Amazon, Nestlè, General Electric sospendono le operazioni in Russia. Domani colloqui in vista tra il ministro degli Esteri russo e quello ucraino. Trattative aperte, sì, ma sotto le bombe


7 marzo. Situa. Passi in avanti tra Russia e Ucraina per creazione corridoi umanitari. Una buona notizia per chi vuole scappare, una cattiva notizia per chi spera che la guerra finisca presto: svuotare le città, in guerra, di solito è il preludio a un attacco in larga scala. Europa verso sanzioni più dure, ma Olanda e Germania dicono che di toccare petrolio e gas non se ne parla, per ora. Appelli di Zelensky: dateci più armi, dateci più aerei. Intanto, Joe Biden ha organizzato oggi una videochiamata con Boris Johnson, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron sulla guerra in corso in Ucraina. E' tornata la vecchia Europa a tre. E in quell'Europa, e in particolare su questo fronte, l'Italia di oggi potrebbe essere centrale. Ma non lo è.


  

6 marzo. Situa. Giornata interlocutoria. Mediatori in movimento. Si applicano per cercare una triangolazione: il governo tedesco, il governo francese, il governo israeliano, il governo turco. Telefonata tra Draghi e Zelenski, ma Italia al momento fuori da ogni partita che conta a livello diplomatico. La Santa Sede dice di essere disposta a fare di tutto per mettersi in servizio per questa pace. In questi giorni sono andati in Ucraina due cardinali. Nuove sanzioni in arrivo, scelte dure sul gas (tetto europeo in vista al costo del gas), economia russa sempre più in sofferenza, chiude anche Tik Tok in Russia ma l’Europa pagando il gas russo continua a versare ogni giorno 800 mln di euro nelle casse di Putin. Sanzioni ormai ai massimi livelli. E cresceranno. Ma l’impressione è che la guerra di Putin purtroppo sia appena cominciata.


 

5 marzo. Situa. Fatti di oggi. Il ministro degli Esteri ucraino ha chiesto un nuovo round di sanzioni contro la Russia e ne ha parlato con il segretario di stato americano Antony Blinken: le sanzioni arriveranno. Il Fondo monetario internazionale intanto ha annunciato che potrebbe approvare un finanziamento di emergenza di 1,4 miliardi di dollari già la prossima settimana, per l’Ucraina. Nella giornata di venerdì uccisi 351 civili (fonte Onu). Qualcosa però si muove. Il primo ministro israeliano, Bennett, veste i panni da mediatore e dopo aver incontrato Zelenski oggi, coordinandosi con Biden, prima è andato da Putin, poi ha parlato con Zelenski, quindi ha incontrato Scholz. Tentativi di accordi in vista? Ancora presto. Putin intanto continua a mangiarsi pezzi di Ucraina. Tutti vogliono la pace, ma per arrivare alla pace il nemico va indicato: essere neutrali significa aver già scelto da che parte stare.

Aggiornamenti qui https://www.ilfoglio.it/esteri/2022/03/05/news/nono-giorno-di-guerra-continua-l-offensiva-russa-in-ucraina-3769340/


 

3 marzo. Situa. La parola d'ordine di oggi è: colloqui. Il tema vero è: quando cadrà Kyiv. La paura più profonda è: cosa ci sarà dopo l'Ucraina. Fatti. Ucraina e Russia concordano  di creare corridoi umanitari per evacuare i civili. Più che un passo verso il cessate il fuoco è un'occasione buona per la Russia per rifornire le truppe. Il presidente Zelenski chiede colloqui diretti con Putin come "unico modo per fermare la guerra". Putin, in mattinata, ha parlato 90 minuti con Macron. L'Eliseo fa sapere che Putin ha intenzione di conquistare tutta l'Ucraina e che Macron ora si aspetta che “il peggio debba ancora venire”.  Domani, riunione del G7, consiglio europeo (informale), ministri degli Esteri della Nato. Le sanzioni, già dure, non bastano a fermare Putin. Serve un passo in più. Un passo economico, oggi, uno militare domani?


 

2 marzo. Situa. Nuovi bombardamenti a Kyiv. Truppe russe più vicine alla capitale. Obiettivo: accerchiarla. Paracadutisti russi nella seconda città dell'Ucraina, Kharkiv, dopo diversi giorni di bombardamenti che hanno ucciso o ferito decine di civili. Guerra tra milizie. Guerra di numeri. Guerra diplomatica. Domani nuovo tentativo di colloquio tra Ucraina e Russia. Macron attacca duramente Putin ma ricorda che la linea con il presidente russo è sempre attiva. L'Onu intanto vota una risoluzione per chiedere alla Russia di fermare l'offensiva in Ucraina. Risultato: Russia più isolata che mai. Solo cinque paesi votano contro (Russia, Corea del Nord, Siria, Bielorussia ed Eritrea), 35 si astengono (anche la Cina) e 141 a favore (ci sono anche gli Emirati Arabi). Dati interessanti sulla votazione fatti notare da Samantha Power, rappresentante permanente per gli Stati Uniti d'America alle Nazioni Unite. Primo: Cuba e Venezuela non sostengono la Russia. Secondo: la scorsa settimana, gli Emirati Arabi Uniti si sono astenuti da una risoluzione simile al Onu, al Consiglio di sicurezza, oggi hanno votato con l'Ucraina, lo stesso hanno fatto Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar e Arabia Saudita. Le bombe non smettono di cadere. L'assedio a Putin continua.

 


 

28 febbario. L'Uefa strappa il contratto con Gazprom. Lo fa anche lo Schalke04. Shell interrompe la sua joint venture con Gazprom e anche il suo coinvolgimento nel progetto Nord Stream2. La società petrolifera britannica BP esce dalla russa Rosneft. Chi è più accerchiata? Kyiv o la Russia di Putin?


 

28 febbraio. Situa. Ucraina e Russia hanno tentato un colloquio: nulla di fatto. Colloquio telefonico Putin-Macron: nulla di fatto. Le forze russe, intanto, dice un alto funzionario della difesa statunitense a Reuters, potrebbero diventare più aggressive e cercare di accerchiare Kjiv nei prossimi giorni (le truppe russe si trovavano a circa 16 miglia dal centro di Kjiv). Gli alleati dell'Ucraina stanno aumentando i trasferimenti di armi a sostegno dell'Ucraina. Fifa e Uefa hanno sospeso le squadre nazionali e di club della Russia da tutte le competizioni internazionali fino a nuovo ordine. Il Cio ha raccomandato alle federazioni sportive internazionali di vietare agli atleti e ai funzionari russi e bielorussi di partecipare a ogni tipo di evento. Le sanzioni funzionano: la Bce ha fatto sapere che il braccio europeo della banca russa Sberbank e le sue divisioni in Croazia e Slovenia sono “in fallimento” per il deterioramento della loro situazione di liquidità. L'Italia oggi ha erogato 110 milioni di euro al governo ucraino per garantire il normale funzionamento dell’amministrazione pubblica ucraina. La guerra va avanti. Le truppe russe pure. Ma occidente mai così unito come oggi. E le sanzioni iniziano a far male


27 febbraio. Situa. Giornata caratterizzata da due dinamiche, che indicano più una escalation che una de escalation. Putin tenta l’assedio a Kiev, che resiste (l’esercito ucraino sostiene di aver respinto alcuni attacchi, non solo a Kiev). Poi ordina l'allerta del sistema difensivo nucleare russo, includendo una componente nucleare. L’Europa agisce su due fronti. Il primo è tecnico: nessun volo russo potrà volare sui cieli dell’Unione europea. Il secondo è storico: i paesi dell'Unione europea acquisteranno armi ed equipaggiamenti per l'Ucraina. Una fonte della commissione ha detto a Reuters che prevede di spendere 450 milioni di euro in fondi dell'UE per armi per l'Ucraina e altri 50 milioni di euro in altri mezzi di sostegno. La Turchia esce dalla neutralità e afferma di voler impedire alle navi da guerra russe di passare attraverso lo stretto del Bosforo e dei Dardanelli che portano al Mar Nero. Manifestazioni per la pace in tutto il mondo. Primi tentativi di un negoziato tra Russia e Ucraina (al confine tra Ucraina e Bielorussia). Kiev è circondata. Ora però lo è anche Putin.


 

25 febbraio. Situa. Nel giro di due giorni, la battaglia in Ucraina è diventata non più la battaglia per conquistare il Donbas ma la battaglia per conquistare Kiev. L'esercito russo, in mattinata, con un attacco veloce, ha colpito la capitale da nord ovest e da est. Putin ha invitato l'esercito ucraino a rovesciare la leadership di Zelenski. Zelenski ha chiesto alle potenze occidentali di fare di più per aggredire l'economia russa e fornire assistenza militare. La Nato invierà nuove truppe nei paesi Nato al confine con l'Ucraina. L'avanzata continua ma non con la velocità immaginata a inizio giornata. In serata l'ambasciatore ucraino negli Stati Uniti ha detto che gli attacchi dalla Russia all'Ucraina sono stati "più brutali", ma che le forze russe non sono avanzate come previsto. Europa ancora a un bivio: sanzionare di più o aspettare altri disastri? Lo stesso bivio di Draghi. A parole tosto, con i fatti ancora no (che si fa con lo Swift?). Nottata lunga

 


  

25 febbraio. Situa. La guerra anticipa i risvegli. Stamane all'alba a Kiev le sirene dei raid aerei hanno suonato in tutta la capitale. Tema: imminente attacco russo alla città. Lo dicono le sirene ma lo dicono gli indizi. Il segretario alla Difesa del Regno Unito, Ben Wallace, ha affermato che è opinione dell'intelligence britannica che la Russia intenda invadere l'intera Ucraina. Antony Blinken, segretario di stato americano, ha affermato che "tutte le prove suggeriscono che la Russia intende circondare e minacciare" Kiev. Il presidente ucraino, Zelenski, ha detto che l'Ucraina è stata “lasciata sola a difendere il nostro stato”. Ieri è stato giorno di sanzioni. Oggi la Borsa russa risponde così: rimbalzo e più 15 per cento. Durissimo tweet di Donald Tusk, ex presidente del Consiglio Europeo, “In this war everything is real: Putin’s madness and cruelty, Ukrainian victims, bombs falling on Kyiv. Only your sanctions are pretended. Those EU government’s, which blocked tough decisions (i.a. Germany, Hungary, Italy) have disgraced themselves”. Germania, Ungheria, Italia. Un'altra giornata lunga.


  

24 febbraio. Situa. Putin avanza in Ucraina. L’Europa e l’America studiano (ancora) sanzioni. La logica è sempre quella: punizioni progressive. Vantaggio competitivo oggettivo da parte della Russia: la guerra è più che mai asimmetrica, c’è chi non ha paura a mettere gli stivali sul terreno e chi invece no. Come sono le sanzioni occidentali? Più forti di prima, sì, ma non ancora forti al punto da poter interferire con l’imperialismo russo. Germania, Francia e Italia chiedono sanzioni non troppo pesanti (non intervenire su SWIFT, cioè non escludere la Russia dal sistema di pagamenti internazionali) e per il momento la loro linea tiene. Italia sulla difensiva (Scholz ha rinunciato a Nord Stream 2, Draghi a cosa rinuncia?), Biden ancora con freno a mano tirato, Boris Johnson il primo in Europa tra i leader dei grandi paesi a usare per Putin la parola “Dittatore”. Intanto a Taiwan 9 aerei militari cinesi entrano in una zona in cui non potrebbero entrare. Guerra lampo in Ucraina? Non sembra. Qui nella foto i luoghi dove la Russia ha attaccato (il Donbass è lontano). 

 


 

22 febbraio. Situa. L'intervento della Russia in Ucraina divide i sovranisti. Il principale alleato in Europa della Lega, Afd, ha chiesto al governo di tedesco di escludere qualsiasi sanzione alla Russia, per evitare “ulteriori escalation”. Il responsabile esteri di Ecr, gruppo europeo dove si trova FdI, chiede “azioni decise e attuazioni di sanzioni”. L'azione putiniana è uno stress test sul futuro dell'Europa, ma lo è anche sull'identità dei sovranisti: dalla parte delle democrazie liberali o da parte delle democrazie illiberali?


 

21 febbraio. Situa. Putin riscrive la storia e nega l’indipendenza dell’ucraina. Annuncia l’annessione di due province del Donbass. Lo fa in tv alla presenza dei due leader delle repubbliche separatiste, che sono da anni i burattini della Russia nel Donbass. E’ l’antefatto di un’azione militare nel Donbass? È un modo di mettere la pistola sul tavolo e chiedere moratoria su accesso Ucraina alla Nato? Si può far finta di non vedere, ma la linea rossa è superata. Ora Europa (e America) di fronte a un bivio: sanzioni potentissime subito o mosse interlocutorie (progressive) per tentare ancora il dialogo? La Borsa di Mosca crolla del 10 per cento. Domani per l’Europa e la Nato sarà giorno di scelte toste.


17 febbraio. Situa politica. Nella notte tra mercoledì e giovedì la maggioranza di governo è andata sotto quattro volte nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali alla Camera durante l'esame delle modifiche al dl Milleproroghe. Approvati diversi emendamenti contro il parere dell'esecutivo. Draghi preoccupato. Ritorno in Italia in anticipo sui tempi dal consiglio europeo. Colloquio non previsto con Mattarella. Convocato un vertice di governo. Per la prima volta, governo in un pantano. Durerà poco? Messaggio implicito di Draghi rivolto ai partiti: io resto qui solo se la maggioranza dimostra di essere una maggioranza. Un altro lavoro si trova. Tensioni da non trascurare. Sms di un ministro: “Non è un problema di un partito. Sono tutti coinvolti”.


 

17 febbraio. Situa. Speciale referendum sulla giustizia. La decisione della Corte di approvare cinque dei sei quesiti sulla giustizia proposti dal partito radicale e dalla Lega può avere un effetto dirompente anche sulla vita del governo. Tema: che farà il Pd? Problema: può un partito che si autodefinisce garantista farsi rubare la bandiera del garantismo da Salvini? Implicazioni: può un partito che cerca di costruire una sua nuova identità rinunciare a combattere battaglie garantiste solo per non indispettire un suo alleato (indovinate quale)? Effetto del referendum: il centrodestra si può ricompattare, il centrosinistra si può dividere, Salvini può ritentare di giocare la carta del federatore. Vaste Programme, certo, ma spassosi movimenti in vista.


 

16 febbraio. Situa. Segnali di distensione tra Russia e Nato, via Ucraina. Putin aveva smosso circa 140 mila truppe ai confini con l’Ucraina, Usa e America avevano risposto in modo tosto, giocando sulle leve dell’economia: sanzioni vere, blacklist, nuovi equilibri nelle forniture del gas. Cosa vuole la Russia? Non vuole l’Ucraina nella Nato. La Nato aveva avviato programmi per far entrare l’Ucraina nella Nato? No. Cosa sta spingendo Putin ad arretrare? La diplomazia europea che funziona meglio del 2014 (tempi della Crimea). La presenza di meno cavalli di troia del puntinismo in Europa. E un’economia russa che oggi avrebbe più difficoltà di un tempo a reggere la botta delle sanzioni (il 40 per cento del gas naturale che l’Italia consuma per riscaldare le case e per generare elettricità arriva dalla Russia, certo, ma Gazprom esporta il 67 per cento nei paesi dell’Unione Europea e avrebbe difficoltà a posizionarsi rapidamente verso nuovi mercati). Dove passano le merci, di solito, non passano gli eserciti.


 

14 febbraio. Situa. Cancellerie concentrate sulla Russia. America decisa sulle sanzioni: se si supera la linea rossa scattano. Europa tutto sommato compatta: sanzioni se si supera la linea rossa. Unico paese europeo ambiguo? Il paradiso dei sovranisti: la Russia. Problema: qual è la linea rossa? Esiste davvero? E per linea rossa si intende un attacco russo in grande stile o è sufficiente anche uno sconfinamento? Macron media. Italia più defilata. Molto nelle mani di Scholz (Germania) che pochi giorni fa ha detto quello che in pochi si aspettavano dicesse: in caso di attacco russo stop a Nord Stream 2. Cos'è Nord Stream 2? E' un gasdotto che parte dalla Russia e potrebbe consentire ti trasportare verso la Germania (e l'Europa) altri 55miliardi di metri cubi di gas naturale all'anno. Più gas uguale più offerta. Più offerta uguale più domanda. La linea rossa c'è e non c'è. E forse non è un caso.


 

10 febbraio. Situa. Speciale vaccini. Speciale Salvini e Meloni. Qual è il punto? Facile. La stagione della post emergenza pandemica costringe i partiti populisti a interrogarsi sul futuro. L’emergenza ha cancellato il populismo, o quasi, la post emergenza pone i sovranisti di fronte a una scelta: fare un salto nel futuro o un salto nel passato? Fare un salto nel futuro significa riconvertire il populismo e non inseguire i propri follower. Salvini e Meloni tra e ieri e oggi hanno tenuto a far sapere (con post sui social e dichiarazioni pubbliche) che i figli loro non li vaccinano e che difendono la libertà di dire di no. Si parla di bambini, ma la battaglia è più grande: provare a rappresentare di nuovo l’Italia che dice no. Seguire i follower o guidare i follower?


 

10 febbraio. Situa economica. La parola d'ordine della settimana è: bollette. Il tema è quello che tutti conosciamo: i rincari. L'inflazione (prezzi che aumentano) riguarda tutta l'Europa e ha varie ragioni. Materie prime più care (la domanda è superiore all'offerta). Costo della transizione ecologica (taglio degli investimenti nei sistemi energetici tradizionali uguale bassa capacità produttiva e una riduzione delle scorte). La politica si chiede: come interveniamo sulle bollette? S'avanza una minaccia: scostamento di bilancio. Traduzione: facciamo altro debito. I partiti lo vogliono (ahi). Draghi che farà? Soluzioni anche se transitorie: metterci una pezza e anticipare il Def (a marzo, non aprile). Battaglie in vista.


    

8 febbraio. Situa geopolitica. Ieri incontro Macron-Putin (i meme del tavolo li avete visti tutti). Poi incontro Biden-Scholz (a Washington). Oggi Macron in Ucraina. Tema: le tensioni al confine con Ucraina. Problema: la Russia, dice Biden, “ha messo insieme il 70% delle forze necessarie per una invasione completa dell'Ucraina”. L'Europa ora tra due fuochi: minacciare le sanzioni contro la Russia (fanno davvero paura le sanzioni dell'Europa?) ma tentare in tutti i modi di non chiudere al dialogo con la Russia. Europa compatta, sovranisti divisi. I partiti più vicini alla Russia giocano con l'ambiguità. Molti di questi sono alleati della Lega. E la Lega che fa? Passo interessante. Il vice di Salvini rottama la stagione filo russa e dice: “Siamo a favore dell'alleanza atlantica e le decisioni del Patto saranno rispettate”. Il Ppe non è lontano. Filone da seguire.


 

7 febbraio. Situa. Il Tribunale di Napoli ha sospeso la modifica dello statuto del M5s e l'elezione di Conte come leader del M5s. Azzeccagarbugli esaltati. Possibile un nuovo voto per confermare Conte. Grillo potrebbe tornare alla guida. Si scalda a bordo campo Crimi. Di Maio gongola. Nemesi interessante per il m5s: un partito fondato per abbattere i nemici per via giudiziaria si ritrova ormai da tempo a combattere con la repubblica dei cavilli giudiziari che ha contribuito ad alimentare. Tutto molto interessante. Ma con una complicazione: una volta ridefinito chi sarà il leader del m5s, il futuro del m5s è più vicino a Draghi o più vicino a chi suggerisce a Conte (Travaglio) di fare un passo lontano da Draghi?


 

6 febbraio. Situa. A una settimana dall’elezione del capo dello stato il centrodestra si presenta così. Qualche virgolettato presente oggi sui giornali. Salvini: “Il centrodestra non c’è più si è sciolto come neve al sole, Meloni non fa gioco di squadra”. Berlusconi: “Meloni ha dimostrato di essere irriconoscente: rischia di isolarsi come Le Pen”. Meloni: “Se Salvini dice che la barca sta affondando accusa soprattutto se stesso visto che è colui che la sta guidando”. Si galoppa verso il proporzionale? Forse. Il centrodestra si riunirà prima delle amministrative della primavera? Quasi sicuro. Il centrodestra è, come diceva Metternich sull’Italia, solo un’espressione geografica? Risposta semplice.


 

4 febbraio. Situa. 17 febbraio 2021: fiducia al governo Draghi. 3 febbraio 2022: giuramento bis di Mattarella. In questo arco temporale, interessante il percorso della Lega. Sì a un governo che dice che l'euro è irreversibile (discorso insediamento Draghi). Sì al Recovery plan (dopo un primo no). Poi sì al green pass (e super green pass). Sì all'obbligo vaccinale (over 50). Poi sì a un presidente del Parlamento europeo del Ppe (Metsola). Ora sì a un presidente della Repubblica di tradizione Pd (Mattarella). Meloni oggi attacca: “Salvini dica se preferisce noi o il Pd”. Ma il problema di Salvini oggi appare più profondo: fino a che punto può essere Salvini a rottamare il salvinismo della Lega?


 

3 febbraio. Situa Mattarella. Parola d'ordine: dignità. Temi. Costruzione dell'Italia del dopo emergenza. Nuovo ruolo dell'Italia in Europa. Lotta contro la diseguaglianze. Sostegno pieno al governo Draghi. Difesa del Parlamento (non è un votificio). E un tema cruciale, che forse è il vero punto del bis di Mattarella: cambiare la giustizia e ridare credibilità alla magistratura. Buon bis.


   

3 febbraio. Situa. I due partiti che hanno tentato (con successo) di evitare di avere Draghi al Quirinale (M5s e Lega) oggi scaricano sul governo le loro tensioni. E cercano un modo per farsi valere e per pesarsi. Il m5s attacca sull'ambiente (mai nucleare). La Lega attacca sulla scuola (non discriminare i non vaccinati). Microtensioni, sì, ma distinguo in vista. Il colore gialloverde (ricordate?) promette di essere il nuovo nemico interno del governo Draghi.


  

2 febbraio. Situa. Il giorno dopo la batosta alle comunali (6/10/21), in Cdm la Lega fece le bizze e non votò a favore della delega fiscale. Subito dopo la batosta al Quirinale, in Cdm la Lega fa le bizze e non partecipa al voto sulle nuove regole per le scuole. Cortine fumogene ne abbiamo?


 

2 febbraio. Situa. Versante grillino. Il M5s è, come si dice, in subbuglio. Divisioni, sospetti, tradimenti. Conte ha tre problemi: il non controllo del gruppo parlamentare, il dualismo con Di Maio, il disorientamento nel governo. Come se ne esce? Molte opzioni, per ora una strada: iniziare a picchiare sul governo. Oggi primo test sull'ambiente: la commissione europea dice che il nucleare può avere l'etichetta verde, il governo non è contrario, la Lega è a favore, il M5s dice che è inaccettabile.


 

2 febbraio. Situa speciale :)


  

2 febbraio. Situa. Tema predellino leghista. Due strade per la Lega di Salvini. O alzare un po' di fumo (ehi, abbiamo grandi progetti) per distogliere l'attenzione dal flop del Quirinale (centrodestra diviso, Lega divisa, FI spappolata, Pd rafforzato, M5s non azzoppato). Oppure costruire una federazione vera tra Lega e FI (più modello Cdu/Csu, in Germania, che modello Gop, in America). Chi ci sta? Berlusconi sì (i suoi ministri un po' meno). I governatori della Lega sì. Giorgetti sì. Che senso ha? Trovare un modo per evitare che Fratelli d'Italia possa essere, nei sondaggi, il primo partito del centrodestra. Allargare la tenda per allargare il consenso. Problema: può essere Salvini la persona giusta per superare il salvinismo della Lega? Prossimo test per misurare il rapporto tra Draghi e Lega: il Mes. Occhio al Parlamento.


  

1 febbraio. Situa. Orizzonte Lega. Oggi riunito il consiglio federale. Niente processi a Salvini ma dubbi sul futuro. Che fare? Rompere con Meloni o ricucire? Investire su Draghi o bertinottizzarsi? Fronte dei governatori deluso dal no a Draghi al Quirinale, ma sollevato per il sì a Mattarella. FI non vuole l'annessione alla Lega, il Cav. tentato dal patto a due (con Salvini, nonostante tutto). Prossima prova di maturità (?) della Lega in Europa: che si fa se arrivano le sanzioni Ue contro la Russia?


  

1 febbraio. Situa. La parola d'ordine della nuova fase politica è una: proporzionale. Il tema è semplice: le coalizioni sono ormai virtuali (Conte vs Letta, Meloni vs Salvini, tutti contro tutti) e i partiti cercano un modo per non ammanettarsi l'un con l'altro. Pd favorevole (oggi lo dice il vicesegretario Provenzano), M5s anche (linea Conte-Bettini-Di Maio), Forza Italia pure (è il vecchio sogno del Cav.), Meloni non vuole (ah mi volete fregare?), la Lega per la prima volta tentata (in chiave anti Meloni). Esultano in tanti, ma soprattutto chi sogna di tenere Draghi a lungo a Palazzo Chigi.


  

31 gennaio. Situa (e bentrovati). Il Quirinale ha destabilizzato i leader che hanno tentato il draghicidio: Conte e Salvini. Risultato: Lega divisa a metà (draghiani vs anti mattarelliani, Salvini in mezzo), M5s frantumato (Conte vs Di Maio). Letta e Meloni sorridono. Domani super vertice della Lega. Oggi Cdm con un obiettivo: lavorare al tempo nuovo della pandemia, alleggerire le regole, avvicinarsi a piccoli passi al modello inglese (ops).

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