Nicola Gratteri (foto Ansa)
il caso
Il flop della maxi inchiesta “Stige” di Gratteri: 100 assolti su 169 arresti
La Cassazione ha bocciato la maxi inchiesta avviata da Gratteri nel 2018 quando era capo della procura di Catanzaro, in cui si ipotizzava l'esistenza di un patto tra la 'ndrangheta e la classe politica e imprenditoriale locale di Cirò Marina. Il pm la definì "la più grande operazione degli ultimi 23 anni" e "un’indagine da portare nella scuola della magistratura"
Ha fatto flop definitivamente davanti alla Cassazione la maxi inchiesta denominata “Stige”, avviata da Nicola Gratteri nel 2018 quando era capo della procura di Catanzaro, in cui si ipotizzava l’esistenza di un patto tra il potente clan ‘ndranghetista Farao-Marincola di Cirò Marina e la classe politica e imprenditoriale locale. Ieri la Suprema Corte, al termine del processo ordinario, ha reso definitive le condanne per 19 imputati, appartenenti al clan mafioso, ma allo stesso tempo ha assolto in via definitiva altri 19 imputati. Tra questi gli ex sindaci di Cirò Marina, Nicodemo Parrilla, e di Strongoli, Michele Laurenzano, assolti perché il fatto non sussiste. I loro arresti nel 2018 causarono lo scioglimento dei consigli comunali. Confermata l’assoluzione piena anche per gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta, tra cui Antonio Giorgio Bevilacqua, Giuseppe Clarà, Cataldo Malena e Valentino Zito.
Alcune posizioni erano state definite nei precedenti gradi di giudizio. Al filone ordinario si è affiancato quello in rito abbreviato, che si è concluso con 41 condanne definitive e un numero non preciso, ma altrettanto elevato, di assoluzioni (furono 35 in primo grado e 20 in appello). L’indagine deflagrò l’8 gennaio 2018 con una maxi operazione richiesta da Gratteri che portò a 169 arresti. In conferenza stampa Gratteri la definì “la più grande operazione fatta negli ultimi ventitré anni” e “un’indagine da portare nelle scuole della magistratura”.
A distanza di sette anni, si scopre che di quelle 169 persone arrestate meno della metà poi sono state condannate. Secondo i calcoli dell’avvocato Francesco Verri, legale di diversi imputati, “tra rito abbreviato e rito ordinario ci sono state circa 100 assoluzioni su 169 arresti”. Tra gli assolti ci sono gli imprenditori Francesco e Valentino Zito. Il primo un anno fa ha chiesto e ottenuto un indennizzo di 47 mila euro per l’ingiusta detenzione patita (26 giorni in carcere e 152 ai domiciliari).
Sempre ieri, rispondendo a un’interrogazione del deputato Enrico Costa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha fatto sapere che nel 2025 sono state accolte 535 istanze di ingiusta detenzione per un importo complessivo a carico dell’erario pari a quasi 24 milioni di euro. La Calabria si conferma come prima regione: i dati più alti si sono registrati presso la Corte di appello di Reggio Calabria (77 indennizzi per 5.486.000 di euro) e presso la Corte di appello di Catanzaro (126 indennizzi per 4.311.000 di euro).
Chissà tra i risarciti quanti, proprio come Francesco Zito, saranno stati vittime dei maxi arresti compiuti da Gratteri prima di diventare procuratore di Napoli e oggi principale testimonial del No alla riforma della giustizia.