
Ansa
Editoriali
La giustizia spaventosa su Castellucci: i pm chiedono 18 anni e 6 mesi per l'ex ad
La procura di Genova ha chiesto una condanna durissima per l’ex capo di Autostrade per l’Italia, paragonandolo a Voldemort. Considerazioni moraliste che non dovrebbero trovare spazio in un’aula di giustizia
Nel processo sul crollo del ponte Morandi di Genova, che il 14 agosto 2018 costò la vita a 43 persone, la procura di Genova ha chiesto una condanna durissima per l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia (Aspi), Giovanni Castellucci: 18 anni e 6 mesi di carcere, per i reati di omicidio colposo plurimo e crollo. Una “richiesta spaventosa”, l’ha definita il legale di Castellucci, Guido Carlo Alleva. Anche perché durante la requisitoria si è assistito alla trasformazione definitiva di Castellucci da imputato a simbolo: del capitalismo sregolato, dell’arroganza del potere, dell’indifferenza ai rischi. Il pm genovese Walter Cotugno è stato esplicito, descrivendo l’ex ad di Aspi come “un’enciclopedia di elementi negativi”, un “Lord Voldemort innominabile” che seminava paura in azienda.
Il pm lo ha accusato di aver agito “per profitto, prestigio personale, benefit vari, carriera” (e cosa dovrebbe motivare un ad, se non la responsabilità di guidare una società, e certo, anche i risultati?). Per la procura il ponte Morandi è crollato perché Aspi e la sua controllata Spea effettuavano pochi controlli per risparmiare e garantire più dividendi ai soci della holding all’epoca di proprietà di Atlantia. Eppure in dibattimento è emerso che Aspi, sotto la guida di Castellucci, ha speso per la manutenzione più dei principali competitor e oltre gli obiettivi fissati dal ministero. Il ponte è crollato per la corrosione dei cavi di uno strallo lato sud della pila nove. Spetterà ai giudici stabilire se c’è stata consapevolezza (e quindi una colposa sottovalutazione) da parte dei tecnici e responsabili di Aspi e Spea dello stato di corrosione della pila nove (gli imputati sono in tutto 57), e soprattutto se è possibile addebitare una colpa direttamente all’amministratore delegato dell’epoca. Castellucci ha guidato Autostrade con le luci e le ombre che ogni grande gruppo comporta. Ma processare l’uomo anziché i fatti è un errore insostenibile in uno stato di diritto.