L'iniziativa

Giachetti presenta un'interrogazione a Nordio sulle anomalie dell'inchiesta Eyphemos

Ermes Antonucci

Intercettazioni trascritte male, in modo fuorviante e tenute all’oscuro della difesa. Dopo l’articolo del Foglio, il deputato di Italia viva si rivolge al ministro della Giustizia per chiedere interventi sulla procura di Reggio Calabria

Finiscono in Parlamento le anomalie dell’inchiesta “Eyphemos”, riportate sul Foglio lo scorso 28 settembre. Intercettazioni trascritte male, conversazioni interpretate in modo fuorviante e tendenzioso, captazioni favorevoli agli indagati tenute all’oscuro della difesa: questo è quanto emerso al termine del processo di primo grado sull’indagine lanciata nel 2020 dalla procura di Reggio Calabria, guidata da Giovanni Bombardieri, contro le cosche di ‘ndrangheta di Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte. Il processo in rito ordinario si è concluso in primo grado con ventuno condanne e trenta assoluzioni, tra cui quella dell’ex consigliere regionale Domenico Creazzo, accusato di voto di scambio elettorale politico-mafioso e tenuto 17 mesi agli arresti domiciliari.

 

Sulla base dell’articolo pubblicato sul Foglio, il deputato di Italia viva, Roberto Giachetti, ha presentato un’interrogazione scritta al ministro della Giustizia Carlo Nordio per sapere “se il ministro non ritenga di procedere, nell’ambito delle sue competenze, ad attivare i propri poteri ispettivi in relazione alle eventuali irregolarità, anomalie e/o omissioni da parte degli uffici giudiziari della procura di Reggio Calabria”.

 

Secondo Giachetti, infatti, “nel processo in questione, saremmo di fronte ad un ennesimo episodio di abuso dello strumento delle intercettazioni, sia in termini quantitativi sia nell’utilizzo distorto che ne sarebbe stato fatto alfine di suffragare la tesi accusatoria”.

 

Il deputato di Italia viva ricorda nell’interrogazione come nel corso del dibattimento la principale intercettazione a supporto della tesi dell’accusa - il voto di scambio tra Creazzo e Domenico Laurendi, esponente di spicco della ‘ndrangheta - “sarebbe stata trascritta in modo errato dalla polizia giudiziaria, per cui di fatto vi sarebbe stato uno scambio di persone tra i soggetti eloquenti”, e comunque “più in generale i giudici rilevano come in molti casi dialoghi del tutto incomprensibili siano stati utilizzati poi come prove a sostegno dell’accusa”.

Un’altra criticità evidenziata nell’articolo, e ripresa da Giachetti, è che “l’avvocato di Creazzo sarebbe entrato in possesso di tutte le intercettazioni circa 18 mesi dopo l’inizio dell’inchiesta”: in alcune di queste “sarebbe emerso che i presunti mafiosi avrebbero fatto campagna elettorale per soggetti diversi dall’imputato e in altre ancora le ipotesi accusatorie risulterebbero sostanzialmente smentite”. Da qui la richiesta di intervento rivolta al Guardasigilli.

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