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Editoriali

La giustizia incompiuta per Giulio Regeni

Redazione

La decisione della Consulta è giusta ma la condanna resterà sulla carta: non si può processare uno stato che difende dei delinquenti, soprattutto se si tratta di un regime autoritario

La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’articolo del codice di Procedura penale che impediva di procedere, nei confronti di imputati di reati di tortura e omicidio, se non si era in possesso di dati sulla loro residenza. Elemento che l’Egitto, nel caso di Giulio Regeni, si è però rifiutato di fornire. Si potrà quindi procedere a un giudizio nei loro confronti. La Corte ha in sostanza affermato che un dibattimento non può essere impedito dal rifiuto di collaborazione giudiziaria da parte dello stato di appartenenza delle persone coinvolte.

Nel merito della decisione della Consulta, che corregge una stortura, non c’è niente da dire, così come è ingiusto criticare, come anche avvenuto, i giudici delle fasi precedenti della procedura che avevano soltanto applicato la norma in vigore. Purtroppo celebrare il processo ed emettere una condanna avrà solo un significato simbolico, perché la sentenza non potrà essere poi eseguita. Questione di realismo: non si può processare uno stato che difende dei delinquenti, soprattutto se si tratta di un regime autoritario.

Ma questo è vero anche per paesi democratici: per ottenere l’estradizione di Cesare Battisti dal Brasile è stato necessario attendere, per decenni, un cambio di orientamento politico di quel paese, e persino la richiesta di estradizione di un certo numero di ex brigatisti condannati è stata rifiutata dalla magistratura francese, nonostante l’impegno in senso opposto del governo di Parigi (e si trattava di condanne per reati commessi in Italia da cittadini italiani). In casi come questo è assai arduo ottenere qualche risultato concreto per via diplomatica, ed è purtroppo del tutto impossibile ottenerli per via giudiziaria. E’ lodevole ogni sforzo del nostro paese per mantenere viva la causa di giustizia per Giulio Regeni, e indicare tenacemente le responsabilità del regime egiziano. Ma aver aggiustato un articolo illegittimo non basta.

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