“Una proposta indecente”. “Siamo assolutamente contrari”. “Se vogliono farci passare pure questa roba qua non hanno capito niente…”. A parlare, lontano dai microfoni, sono i parlamentari di Forza Italia, sorpresi, a tratti sdegnati, dalla decisione della Lega di rilanciare la proposta di castrazione chimica per stupratori e pedofili. Un vecchio pallino del partito di Matteo Salvini, riesumato nelle ultime settimane in seguito ad alcuni fatti di cronaca (in particolare lo stupro di una diciassettenne a Palermo), nella migliore tradizione del populismo forcaiolo. Il primo a rievocare l’intervento è stato proprio il vicepremier Salvini tre settimane fa: “Se stupri una donna o un bambino hai evidentemente un problema: la condanna in carcere non basta, meriti di essere curato. Punto”, ha scritto il leader della Lega sui social, annunciando la prossima approvazione di una legge in Parlamento che preveda la castrazione chimica per i responsabili di violenze sessuali.
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