Nicola Gratteri è a capo della procura di Catanzaro (LaPresse)

Editoriali

La difesa pavloviana di Gratteri

Redazione

Dall’incontro con lo 007 a libro no vax, c’è sempre un complotto contro il pm
 

Probabilmente non è proprio istituzionalmente corretto, per un senatore incontrare un agente dei servizi segreti in Autogrill, ma lo è ancor meno per un magistrato imbucare un agente in un incontro istituzionale con il ministro degli Esteri. Il primo caso, come è noto, riguarda Matteo Renzi e il caporeparto del Dis Marco Mancini nell’area di servizio di Fiano Romano. Il secondo, invece, il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri e lo stesso Mancini. Come ha rivelato il “Domani”, a inizio 2020 Gratteri si presenta a un incontro con il ministro Luigi Di Maio alla Farnesina portandosi dietro lo 007: “La presenza di Mancini non era prevista: mi aveva chiamato per farmi un saluto, e io risposi che stavo andando al ministero degli Esteri per un incontro con Di Maio. Mancini così mi chiese se poteva venire anche lui. Tra lui e il ministro c’è stato solo uno scambio veloce, tipo ‘piacere, piacere’, sarà durato un minuto”, ha risposto Gratteri che con Mancini ha un consolidato rapporto personale tanto da averlo consigliato, come riporta il Fatto quotidiano, al M5s sotto periodo di nomine.

 

Su questa vicenda, che presenta tratti quantomeno problematici, ambienti vicini a Gratteri dicono che la sua amicizia con Mancini ora viene usata per sabotare la sua corsa al vertice della procura di Milano. Lo stesso argomento, unitamente al favoreggiamento indiretto alla ‘ndrangheta, era stato usato da personalità vicine a Gratteri quando sul Foglio abbiamo sollevato il problema della sua prefazione a un libro no vax e che nega i pericoli del Covid scritto da autori che hanno fatto anche dichiarazioni antisemite. È un riflesso pavloviano dei gratteriani, che però inquina il dibattito pubblico. In una democrazia sana e matura dovrebbe essere possibile criticare un magistrato che imbuca agenti segreti senza invito in incontri alla Farnesina o scrive prefazioni a libri deliranti senza essere accusati di complottare contro di lui o, peggio, a favore della ‘ndrangheta.

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