"Un avviso di garanzia non è una condanna a morte". Binetti vuole un'interrogazione sul caso Boda

Contro la gogna mediatico-giudiziaria, dopo il tentato suicidio dell'ex dirigente del Miur. "Con il ministro Cartabia ci auguriamo di trovare un vaccino che guarisca la nostra giustizia, che è gravemente malata"

Roberta Benvenuto

"Le parole devono valere come pietre. La prima cosa in un avviso di garanzia che una persona deve percepire è che, appunto, è garantita", dice la senatrice di Forza Italia Paola Binetti, intenzionata a presentare un'interrogazione parlamentare affinché la gogna mediatico-giudiziaria che ha portato l’ex dirigente del Miur Giovanna Boda a tentare il suicidio non si verifichi più. "Ho conosciuto Giovanna Boda nel 2006, era la giovane funzionaria del ministero della Pubblica Istruzione che per la prima volta organizzò la 'nave della legalità' per portare gli studenti da tutta Italia a Palermo. Oggi ne parliamo per evidenziare un dramma personale. In Italia di avvisi di garanzia se ne ricevono tanti e tutti i giorni. Ma per Boda ha costituito un dramma tale da spingerla a un gesto simile: quale dev'essere stata la profondità della solitudine e come dev'esserle stata trasmessa la notifica al punto da farle percepire che non ci fosse speranza? Non si può dare a una persona un avviso di garanzia facendola apparire come una condanna a morte. Credo sinceramente che ci sia molta responsabilità del magistrato ma anche della stampa che a volte assume l'avviso come una condanna e innesta il suo processo mediatico che ferisce, mette in piazza aspetti intimi senz a presunzione di innocenza".

Sull'interrogazione, Binetti spiega che la presenterà "nel momento in cui le cose si saranno chiarite perché voglio che serva a Giovanna e non si serva di Giovanna".

Nella maggioranza ci sono partiti giustizialisti. Come è possibile portare avanti questa campagna e questa interrogazione? "Questa volta il ministro della Giustizia è una donna che ha fatto del diritto costituzionale l'emblema. Marta Cartabia presidia la riforma della Giustizia, uno degli assi del Pnrr. La pluralità delle forze di maggioranza sia un valore aggiunto e non un deterrente. Ci auguriamo di trovare un vaccino che guarisca la nostra giustizia, che è gravemente malata"