Gli effetti del coronavirus sugli oracoli dell'antimafia
Dopo Saviano anche Di Matteo fa le sue previsioni su come le mafie potrebbero sfruttare l'emergenza economica. Ma l'impressione è che stiano solo approfittando della situazione per vendere le proprie ricette forcaiole al paese
Dopo Roberto Saviano, che come Nostradamus ha previsto il trionfo delle mafie come risultato dell’emergenza coronavirus, anche l’ex pm del processo sulla cosiddetta “trattativa stato-mafia”, oggi consigliere del Csm, Nino Di Matteo, ha lanciato dalle pagine di Repubblica il suo grido di allarme: “C’è un altro terribile contagio che dobbiamo scongiurare in questo momento: l’economia legale rischia di essere infettata ancora di più dalle mafie”. Non c’è dubbio che i risvolti economici causati dall’epidemia potrebbero costituire un’opportunità di crescita per le associazioni mafiose (come per qualsiasi altra organizzazione che sappia adeguarsi al momento), ma le denunce di Saviano e Di Matteo, per la loro indeterminatezza, finiscono per assomigliare più a una profezia, all’espressione di un feticismo antimafioso, al desiderio di rappresentare ancora una volta l’Italia come un paese interamente controllato dai clan, e in mano a una classe politica sempre pronta alla collusione e alla corruzione: “Per raggiungere il loro obiettivo, soprattutto per tentare di accaparrarsi i tanti finanziamenti pubblici messi in campo, i mafiosi faranno sempre più riferimento a pubblici amministratori e politici”, dichiara Di Matteo.
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