Marco Travaglio (foto LaPresse)

Fatto e manette

Redazione

Travaglio e Ardita (Csm) restano aggrappati all’incostituzionale “Spazzacorrotti”

La sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge “Spazzacorrotti” voluta dal ministro Alfonso Bonafede nella parte in cui viene applicata retroattivamente ha provocato le solite reazioni giustizialiste, che sono tanto decise quanto difettose di lucidità. L’esempio principale è quello del Fatto quotidiano che ha titolato “Mafia Capitale, abbiamo scherzato” riferendosi agli effetti della sentenza dei giudici costituzionali su alcuni condannati nell’inchiesta “Mondo di mezzo”. Il titolo non è rispettoso della Consulta, ma in primo luogo non rispetta la Cassazione che ha definitivamente stabilito che “Mafia capitale” non è esistita (le associazioni a delinquere di Buzzi e Carminati non erano di stampo mafioso). Difendere una norma incostituzionale attraverso un titolo falso non è buon servizio alla giustizia e alla verità. Le cose non migliorano quando, sempre il Fatto, intervista il consigliere del Csm (corrente Davigo) Sebastiano Ardita chiedendogli se ora lo stato non dovrà risarcire per ingiusta detenzione chi è stato in carcere a causa della Spazzacorrotti. “Non credo proprio – risponde il magistrato –. Nei confronti di coloro a cui sono stati negati i benefici, fino a ieri è stata applicata la legge vigente in modo corretto. Altrimenti si farebbe scattare, sì… un’efficacia retroattiva”. E’ sorprendente che a fare un’affermazione così netta sia un esponente togato del Csm. Perché parole del genere sorvolano in maniera frettolosa su aspetti rilevanti che riguardano le leggi ordinarie e la Costituzione. Nel primo caso perché il presupposto dell’indennizzo riguarda l’ingiustizia formale o sostanziale della detenzione subita: le persone ingiustamente private della libertà ricevono una riparazione anche quando le misure cautelari o detentive sono state imposte legittimamente. Nel secondo caso, a maggior ragione, quando l’incarcerazione avviene illegittimamente (una legge incostituzionale è proprio l’illegittimità massima rispetto alla legge fondamentale). Ciò che conta è se è stato subìto un danno sostanziale. E alla fine si torna sempre lì: da un lato i princìpi costituzionali e i diritti individuali, dall’altro le manette.