Annalisa Chirico e David Ermini alla Festa del Foglio (foto LaPresse)

"Il Csm ha subìto un brutto colpo. Presto la nomina alla procura di Roma". Parla Ermini

Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura alla Festa fogliante: "I magistrati che sbagliano devono pagare". Lo scudo penale? "Da parlamentare l'ho votato"

“Gestire i magistrati è un compito molto più difficile rispetto a quello di gestire dei parlamentari”, dice David Ermini, vicepresidente del Csm, intervenuto alla Festa fogliante di Firenze: “Diciamo che ci siamo creati qualche complicazione, ma è un compito molto bello”. Le complicazioni cui si riferisce Ermini sono quelle estive – “Ho passato un’estate a cinquanta gradi”, ha detto ridendo” – ed è vero che “il Csm ha subito una grande ferita. Però sia il Consiglio sia la magistratura hanno dimostrato di essere edifici con fondamenta solidissime. L’istituzione ha retto bene, anche grazie all’aiuto del presidente della Repubblica, che per noi è un faro. Non abbiamo mai perso un plenum, una seduta di sezione disciplinare, di commissione. Abbiamo lavorato a ranghi ridotti, ma abbiamo lavorato sempre. Con le nomine si va avanti, attraverso un sistema ordinario, nonostante per qualche tempo sia stato abbandonato. Abbiamo instaurato un sistema che vogliamo sia quello della massima trasparenza”.

 

Il tema delle correnti, tallone d’Achille eterno della magistratura italiana: “Le correnti sono importanti, è importante e giusto che ci sia una discussione tra le correnti. Una volta però che un magistrato è eletto, il cordone ombelicale con la corrente deve essere reciso. Per cui – dice Ermini – quando io sento parlare di destra o si sinistra, non ci sto. Perché le nomine si fanno sui meriti, non sull’appartenenza. I consiglieri lavorano bene se sono liberi e non hanno pressioni. Però è importante che ci sia una valutazione, così come è bene che si tengano le audizioni, in modo da farsi un’idea di chi è il candidato. In Consiglio non ci devono essere maggioranze precostituite”. Luca Palamara ha detto che anche Ermini è arrivato alla vicepresidenza grazie a delle trattative: “Non rispondo, Palamara è un soggetto attualmente incolpato, dunque non posso parlarne. Dico solo che non è un mistero che quella del vicepresidente sia una nomina di natura politica. Ci sono accordi, si parla. Poi però tutto si fa in autonomia: ricordo che nel 2002, quando Silvio Berlusconi aveva un suo candidato, alla fine i magistrati contribuirono all’elezione di Virginio Rognoni. Una cosa diversa è invece la questione delle nomine e su queste non possono esserci maggioranze precostituite”.

 

Per quanto riguarda i 250 magistrati vincitori di concorso ma senza nomina perché non si trova più il decreto di nomina – ne ha scritto sabato sul Foglio David Allegranti – Ermini dice che “quello che dovevamo fare noi l’abbiamo fatto. Certo che 250 magistrati in più servono, abbiamo uffici sguarniti non solo perché non ci sono magistrati, ma anche perché spesso per certe zone non ci sono neanche concorrenti e abbiamo difficoltà a riempire quegli uffici”. Il conflitto tra procure sul caso Ilva, con Taranto e Milano a farsi quasi concorrenza: “Non mi intrometto, però se c’è un conflitto tra due Procure decide la Procura generale della Cassazione”. E lo scudo penale? “Io da parlamentare l’ho votato, era una scelta legislativa, del potere politico. Non può essere una scelta del magistrato”.

 

Problemi disciplinari: a Trani ci sono stati due magistrati condannati in primo grado per violenza privata verso i testimoni, e tre indagati per corruzione, truffa ed estorsione. Il Csm non si era accorto di nulla? "Il Csm fa da giudice sulle iniziative di carattere disciplinare. Noi possiamo fare dei trasferimenti per incompatibilità ambientale o funzionale. Da quando sono presidente della sezione disciplinare – osserva Ermini – abbiamo rimosso alcuni magistrati. Sono oltre novemila: alcuni hanno commesso reati, altri sono stati trasferiti. Quando sbagliano devono pagare”. Certo, si ha sempre l’impressione che il Csm abbia armi spuntate, sul disciplinare… forse le correnti si proteggono? “Se il magistrato sbaglia ci sono dei modi per coprire la sua mancanza, ci sono provvedimenti amministrativi, la sezione disciplinare, il codice penale. Se c’è qualcosa, ci sono rimedi previsti dalla legge. Il giudice deve avere un comportamento etico che deve essere sempre sopra le parti. Chi attacca la giurisdizione attacca la democrazia liberale, ma il magistrato deve metterci del proprio”.

  

E per quanto riguarda le nomine vacanti nelle procure, si rispetterà il criterio cronologico? “Sì, salvo casi particolari come s’è visto con la procura generale. Per Roma io speravo di procedere alla nomina entro la fine dell’anno. Se non ce la faremo, sarà comunque all’inizio di gennaio”. Sulle porte girevoli tra magistratura e politica, il vicepresidente del Csm ribadisce che “il nostro l’abbiamo fatto, poi è tutto di competenza del potere legislativo. Fortunatamente le leggi le fa il Parlamento. Noi diamo pareri”. Infine, dopo un ricordo di Vittorio Bachelet, di cui il prossimo febbraio ricorrerà il quarantesimo anniversario del delitto, Ermini parla della prescrizione, tema che divide le forze di maggioranza. “Il Csm ha già dato un parere quando fa approvata la cosiddetta norma spazzacorrotti. Abbiamo detto, a maggioranza, che è stato un errore. La norma l’hanno fatto insigni giuristi, ma non si può dire che entra in vigore nel 2020 in attesa della riforma. E se la riforma non poi non si fa? E’ una norma che creerà parecchi problemi di carattere giuridico. Il 1° gennaio è dopodomani, ma decide (anche qui) il Parlamento”.