Spararla grossa conviene

Redazione

Il bluff di Salvini decisionista: il suo decreto sulle città non cambia niente

Ogni giorno il ministro dell’Interno sceglie un nuovo bersaglio per intimare una politica più attiva sulla sicurezza. In linea generale può essere una buona idea, in concreto più che iniziative efficaci suscita polemiche più o meno fondate. Ieri è toccato ai “sindaci distratti” che non agiscono per delimitare zone urbane da interdire a chi abbia precedenti penali o amministrativi, cioè ai cosiddetti “balordi”. Anche in questo caso come in tanti altri c’è una differenza sostanziale tra le affermazioni un po’ rodomontesche (del tipo “se non agite voi ci penso io attraverso le prefetture”) e le iniziative concrete, che in sostanza si limitano alla convocazione trimestrale da parte dei prefetti di Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica, per avviare “una disamina delle eventuali esigenze di tutela rafforzata di taluni luoghi del contesto urbano”.

 

Non è l’ukase zarista descritto dall’associazione dei sindaci, fin troppo gelosi della propria competenza, ma neppure una misura che possa produrre in tempi brevi qualche risultato significativo. Dare una scossa a un certo spirito accomodante che rinvia sempre ogni intervento con l’effetto di veder aumentare il degrado urbano può essere utile, che i prefetti abbiano una competenza diretta in materia di sicurezza e ordine pubblico non è una novità e le leggi che lo confermano sono precedenti al decreto sicurezza salviniano. Come spesso accade al ministro dell’Interno, una volta fatta la dichiarazione bellicosa, raccolte le proteste automatiche, affermato a parole un ruolo decisionista, tutto resta come prima. Forse una maggiore attenzione alle funzioni altrui, uno spirito di reale collaborazione istituzionale invece dell’illusione del comando, potrebbe ottenere risultati più concreti. Ma, naturalmente, tutto è rinviato a dopo le elezioni europee, e forse è questo che spinge Salvini alla frettolosità autocelebrativa che caratterizza il suo modo di agire, o sarebbe meglio dire di dichiarare.

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