girodiruota

Al Tour il Team Ineos si chiamerà Grenadier. E non è un bene

Giovanni Battistuzzi

Bernal, Thomas e Froome avranno su petto e schiena il nome della nuova automobile del gruppo che sponsorizza la squadra. Un passo indietro rispetto alle campagne sulla sicurezza stradale

Che ci sia un problema di convivenza sulle strade tra biciclette e automobili è qualcosa di risaputo da anni. Che se ne stiano occupando associazioni e cittadini che vorrebbero girare per le strade senza correre il rischi di essere investiti, altrettanto. Che questo problema l'abbiano percepito ed esternalizzato anche i corridori professionisti è un fatto più o meno recente, ma che sta prendendo sempre più piede. E questo fa ben sperare. E non solo per chi su di una bicicletta gira regolarmente per le città, ma per tutti: dai pedoni, ai genitori, a chi dovrebbe fare i conti di uno stato.

 

Ma dopo ogni passo avanti, dopo ogni miglioria, ne arriva, chissà per quale ragione, uno indietro. E di solito ha il suono di un pugno incassato in pancia. Poco rumoroso, ma assai doloroso.

 

L'ultimo passo indietro arriva dal Regno Unito. Ed è un passo indietro che ha gusto estetico, intenzioni non malevoli, ma malevoli effetti. Il Team Ineos al prossimo Tour de France non si chiamerà Team Ineos. E ci starebbe anche un bel chissenefrega. Anche perché la maglia è bellissima e Ineos non se ne va, anzi investe. E nel ciclismo professionistico è una buona notizia. Il problema è che Grenadier, il nuovo nome del team britannico, è anche il nome della nuova macchina della Ineos, una gippone di quelli che quando pedali speri di non trovartelo vicino. Una macchina che sponsorizza le bici non è il massimo.

 

Certo Skoda è sponsor del Giro d'Italia, Suzuki della Nazionale italiana, altre case automobilistiche sono partner di corse o squadre. Ma vedere il nome di una macchina sul petto e sulle spalle di Bernal, Thomas e Froome, insomma di uno che potrebbe salire facilmente sul gradino più alto di Parigi non è il migliore spot per uno sport che dovrebbe chiedere spazio e vita alle auto.

Di più su questi argomenti: