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Pinarello punta sul Make american Bike again

Giovanni Battistuzzi

L'azienda trevigiana sarebbe pronta a fare business negli Stati uniti direttamente con una controllata Oltreoceano. Il mercato americano in crescita e le possibilità di successo

Gli ultimi dati del 2016 del mercato della bicicletta americano parlavano di un giro d'affari di poco più di 6,8 miliardi di dollari. Erano di 6,2 nel 2015, 6,1 nel 2014. E il trend è in positivo. Le stime della National Bicycle Dealers Association (NBDA) prevedono che a fine del 2018 il mercato aumenti ancora e che nel 2019 possa superare gli 8 miliardi di dollari.

 

Gli Stati Uniti stanno riscoprendo la bici dopo il boom di fine anni Novanta e inizio Duemila. C'era, allora, il cosiddetto effetto Lance Armstrong, ossia un innamoramento collettivo e generalizzato che spinse milioni di americani verso le due ruote. Quando il bluff fu scoperto e Armstrong bandito a vita dalla memoria del Tour de France anche il mercato interno collassò. Per poi piano piano riprendersi dopo lo shock. Ora negli States le bici sono tornate a circolare e non solo nei parchi, non solo fuori dalle città, non solo sulle “ruote grasse” delle mountain bike. Le bici da corsa (assieme alle e-bike), stanno conquistando quote di mercato. E in questa nuova ebbrezza ciclistica sta crescendo anche la domanda per pezzi pregiati della manifattura europea e soprattutto italiana. Se infatti a oggi poco meno del 99 per cento delle bici importate in America è di fabbricazione asiatica, il mercato per il lusso a pedali è cresciuto del 59 per cento nel corso degli ultimi dodici mesi. E potrebbe crescere ancora di oltre il 350 per cento nel giro dei prossimi cinque anni.

 

 

 

Dei mutamenti del mercato americano se ne è accorta Pinarello che, da quanto emerge da alcuni documenti esaminati da Radiocor Plus, starebbe per puntare all'espansione negli Stati Uniti. L'obiettivo è quello di raggiungere un fatturato vicino a 100 milioni entro il 2022, ossia al termine del nuovo piano industriale. E per farlo è pronto a superare la logica dei distributori terzi e fare business direttamente con una controllata Oltreoceano. Questo perché, si legge nei documento del gruppo, "la maggiore penetrazione di questo mercato contribuirebbe al successo del gruppo Pinarello e alla crescita di valore dello stesso".

 

Circa un anno fa Pinarello, a oggi forse l'azienda più importante e famosa del panorama italiano, è stata acquisita dal fondo L Catterton (legato ai big del lusso francese Lvmh e Arnault, che ora ha in mano l'80 per cento delle quote mentre a Fausto Pinarello, ad oggi presidente e ad, è rimasto il 20). Questo ha fatto sì che il marchio trevigiano iniziasse a ragionare su un mercato globale e non più soltanto continentale. Fino alla conquista dell'America.

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