Europa Ore 7

La coalizione Semaforo alla prova del Patto di stabilità

Regling esprime un giudizio positivo sul governo Draghi e Péter Márki-Zay sarà lo sfidante di Viktor Orbán. Merkel si è mostrata molto prudente sullo stato di diritto mentre Kaczynski esclude una Polexit. In Repubblica ceca Babis sceglie di andare all'opposizione

David Carretta

Scholz venerdì ha annunciato con i suoi colleghi dei Verdi e dei liberali della Fdp l'avvio di negoziati formali per formare una coalizione a tre. A prima vista la bozza di programma "Semaforo" è molto germano-centrica: ci sono le principali promesse fatte dalla Spd in campagna elettorale, la Fdp ha ottenuto di non toccare il freno sul debito e i Verdi sono stati accontentati con l'impegno di accelerare "in modo drastico" le energie rinnovabili

Il Consiglio europeo di giovedì e venerdì potrebbe essere l'ultimo della cancelliera Angela Merkel dopo 16 anni di potere ininterrotto a Berlino e a... Bruxelles. Il leader dei socialdemocratici della Spd, Olaf Scholz, ha fatto un grande passo verso la cancelleria venerdì, quando ha annunciato con i suoi colleghi dei Verdi, Annalena Baerbock, e dei liberali della Fdp, Christian Lindner, l'avvio di negoziati formali per formare una coalizione a tre per guidare la Germania. Il nome "Semaforo" ormai è conosciuto da tutti: rosso come la Spd, giallo come la Fdp e verde come i Grünen. A Berlino "un nuovo inizio è possibile con i tre partiti che si uniscono qui", ha detto Scholz venerdì. L'interrogativo è se un nuovo inizio sia possibile anche nell'Ue. A Bruxelles in molti hanno trascorso il fine settimana a spulciare il documento di 12 pagine che traccia i contorni di un contratto di coalizione a seguito dei colloqui esplorativi delle ultime settimane. A prima vista la bozza di programma "Semaforo" è molto germano-centrica.

 

Nel documento ci sono le principali promesse fatte dalla Spd in campagna elettorale: aumento del salario minimo a 12 euro l'ora, 400 mila nuovi appartamenti l'anno da costruire, nessun aumento all'età pensionabile o taglio alle pensioni pubbliche. Durante la conferenza stampa Scholz ha spiegato che i tre partiti vogliono lanciare il "più grande progetto di modernizzazione industriale che la Germania abbia intrapreso in più di 100 anni". Il perno saranno gli investimenti pubblici e privati per lottare contro il cambiamento climatico. Ma la Fdp ha ottenuto di non toccare il freno sul debito che, in base alla costituzione tedesca, non permette deficit strutturali superiori allo 0,35 per cento del Pil a meno di crisi o urgenze. I Verdi sono stati accontentati con l'impegno di accelerare "in modo drastico" le energie rinnovabili (pannelli solari su tutti i nuovi edifici commerciali e il 2 per cento del territorio tedesco dedicato alle eoliche) e di uscire dall'energia a carbone entro il 2030. I liberali hanno bloccato le ipotesi di aumento delle aliquote delle imposte sui redditi o di patrimoniale. I tre partiti si sono messi d'accordo per accelerare la digitalizzazione e riformare l'amministrazione.

 

Domani Paolo Gentiloni e Valdis Dombrovskis dovrebbero rilanciare la consultazione sulla modifica del quadro di regole fiscali dell'Ue. Ci saranno alcune indicazioni su quale direzione intende prendere la Commissione, quando presenterà la sua proposta formale a inizio 2022. Il Patto di stabilità e crescita non verrà toccato e, forse, nemmeno la legislazione del Six Pack e Two Pack. Il consenso che sta emergendo è di creare una “Golden rule verde” per non includere nei calcoli su deficit e debito gli investimenti per realizzare gli obiettivi climatici. Venerdì c'è stato un intervento importante, che dovrebbe aiutare Gentiloni nel braccio di ferro con Dombrovskis. In un'intervista allo Spiegel, il direttore esecutivo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), Klaus Regling, ha detto che “il mondo è un posto diverso oggi” e che “le regole fiscali devono adattarsi alle condizioni economiche cambiate” con la crisi della pandemia di Covid-19. Secondo Regling, la regola sul debito che prevede una riduzione di un ventesimo l'anno per la quota superiore al 60 per cento del pil va cambiata. “Uno stato come l'Italia dovrebbe realizzare un surplus di bilancio del 6-7 per cento ogni anno. Questo non è fattibile e non ha alcun senso”, ha detto Regling. Per il direttore del Mes, la regola del 3 per cento di deficit è ancora valida, ma quella del 60 per cento di debito “non è più rilevante”.

 

Per capire la portata dell'accordo preliminare della coalizione Semaforo nel dibattito che si apre sulle regole fiscali vale la pena rileggere la nota della domenica inviata dal capo-economista di Unicredit, Erik Nielsen. I tre partiti sottolineano l'importanza del Patto di stabilità e crescita, spiegano che è stato sufficientemente flessibile da consentire la risposta alla crisi del Covid-19, ma si impegnano a investimenti pubblici più alti in Europa per il cambiamento climatico. "Forse – solo forse – c'è abbastanza margine di manovra per dichiarare il cambiamento climatico una crisi che giustifica anche la flessibilità?", si è chiesto Nielsen. Il fatto è che adottando una serie di compromessi non è chiaro in che direzioni vogliano andare i tre partiti. "Ci sarà un cambiamento epocale nell'atteggiamento nei confronti degli investimenti pubblici (ottimo), ci sarà un impegno concreto per l'Europa (bene), ma sarà fatto in modo meno trasparente di quello che dovrebbe essere, il che complicherà le politiche europee (male)", ha spiegato Nielsen. Insomma, occorrerà attendere il contratto della coalizione “Semaforo” per capire meglio come si collocherà la Germania nell'Ue.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di lunedì 18 ottobre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Regling promuove il governo Draghi - Nella sua intervista allo Spiegel, Regling ha espresso un giudizio positivo su quanto sta facendo il governo Draghi e, in generale, la situazione del debito dell'Italia. “Il primo ministro italiano, Mario Draghi, ha lanciato un promettente programma di riforme con i soldi del Recovery fund, che offre le migliori prospettive per mettere l'economia su un percorso di crescita, e quindi abbassare il livello del debito”, ha detto il direttore esecutivo del Mes. Lo Spiegel ha chiesto se non sia troppo ottimista visto che il debito pubblico italiano è in costante aumento da due decenni? “Certo, non dobbiamo essere naif. Il compito in termini di riforme è enorme. Tuttavia, nei prossimi anni l'Italia sostituirà su vasta scala i vecchi prestiti con nuovi prestiti a tassi di interesse inferiori. Questo contribuisce al fatto che la situazione finanziaria del paese è di gran lunga migliore di quanto alcuni in Germania credano”, ha spiegato Regling.

 

Un ex orbaniano per sfidare Viktor Orbán in Ungheria - Péter Márki-Zay sarà lo sfidante Viktor Orbán nelle elezioni legislative in Ungheria della primavera del 2022, dopo che questo economista conservatore di 49 anni, sindaco della città di Hódmezővásárhely ed ex elettore di Fidesz, ieri si è imposto nelle primarie dell'alleanza di sei partiti di opposizione. Il risultato ha sorpreso molti a Budapest. La favorita era Klara Dobrev, vicepresidente del Parlamento europeo, moglie dell'ex primo ministro socialista Ferenc Gyurcsány e candidata della Coalizione democratica. Dobrev era arrivata in testa al primo turno delle primarie il 28 settembre con il 34,8 per cento dei voti contro il 20,4 di Márki-Zay. La decisione del sindaco di Budapest, Gergely Karácsony, di ritirarsi dal ballottaggio e di sostenere Márki-Zay, malgrado il secondo posto con il 27,3 per cento, sembra essere stata decisiva. Più di 660 mila persone hanno partecipato al secondo turno delle primarie. Con oltre il 70 per cento dei voti scrutinati e Márki-Zay in testa di più di 10 punti, Dobrev ha ammesso la sconfitta, si è congratulata con il suo avversario e ha assicurato che non intende rompere l'accordo a sei per formare una coalizione con un candidato unico dell'opposizione contro Orbán. L'obiettivo deve essere “smantellare il regime di Viktor Orbán", ha detto Dobrev. "Questa è stata una battaglia, ma dobbiamo anche vincere la guerra", ha detto Márki-Zay: "Possiamo solo vincere uniti".

 

Perché Márki-Zay spaventa Orbán - Considerato da molti come un outsider perché privo di un partito, Márki-Zay in realtà appare come lo sfidante che ha più probabilità di riuscire a strappare a Orbán la maggioranza in Parlamento. Ex elettore del Fidesz nel 2010, Márki-Zay è un economista conservatore e cattolico (ha sette figli), che si è fatto conoscere sulla scena politica ungherese nel 2018, quando era riuscito a strappare al Fidesz una delle sue roccaforti, la città di Hódmezővásárhely. Márki-Zay era stato eletto sindaco durante un'elezione suppletiva con la stessa strategia adottata oggi contro Orbán: unire attorno alla sua candidatura tutta l'opposizione. Le sue posizioni conservatrici piacciono agli elettori delle campagne che costituiscono la base del Fidesz. Il fatto che non abbia legami con nessun partito attrae l'elettorato giovane e urbano. Alcuni potrebbero considerare Márki-Zay come un populista. Ma la sua promessa di smantellare il regime costruito da Orbán dal 2010, di restaurare i contropoteri democratici e di sradicare la corruzione ne fanno una delle personalità più credibili dell'opposizione. "Vogliamo costruire una nuova Ungheria e portare una nuova cultura dove regni l'amore", ha detto Márki-Zay di ieri a Budapest: "Non si può sconfiggere l'oscurità con l'oscurità, ma solo con la luce".

 

Perché Orbán può vincere - In una dichiarazione pubblicata ieri sera il Fidesz ha accusato Márki-Zay di essere un “professionista della sinistra” che vuole solo aiutarla a tornare al potere e alzare le tasse. Negli scorsi giorni i giornali vicini a Orbán, come Magyar Nemzet, avevano fatto apertamente campagna per la socialdemocratica Dobrev. Il Fidesz è in difficoltà di fronte a un volto nuovo che può attrarre lo stesso elettorato di Orbán e non si è macchiato con precedenti esperienze di governo. Un sondaggio realizzato da Mediàn Poll tra il 29 settembre e il 4 ottobre - tra il primo e il secondo turno delle primarie - dà l'alleanza dell'opposizione in testa con il 47 per cento delle intenzioni di voto contro il 44 per cento di Fidesz. Ma l'alleanza dell'opposizione è ideologicamente incoerente e ci sono difficoltà nei rapporti tra i leader dei vari partiti. Oltre alla Coalizione democratica, ci sono i liberali di Momentum, due movimenti ecologisti, il partito socialista ungherese Mszp e l'estrema destra del Jobbik. Orbán ha a disposizione diverse armi efficaci. Una sono i fondi pubblici che può distribuire alle sue clientele elettorali. Un'altra sono i principali media trasformati in macchina della propaganda di Fidesz. Ma l'arma più efficace rimane la personalità dello stesso Orbán che, quando si tratta di battersi, non si risparmia. Comunque sia, da ieri ci sono tutti gli ingredienti per una campagna elettorale appassionante.

 

Merkel prudente sullo stato di diritto - La cancelliera tedesca, Angela Merkel, venerdì si è mostrata molto prudente nella resa dei conti sullo stato di diritto che si annuncia con Polonia e Ungheria. Interrogata dai giornalisti durante una visita a Bruxelles, Merkel ha spiegato di preferire i negoziati ai tribunali. “Penso che sia il momento di parlare approfonditamente con il governo polacco su come possiamo superare le difficoltà”, ha detto la cancelliera: “Abbiamo grossi problemi, ma il mio consiglio è di risolverli nei colloqui, di trovare compromessi”. Come spiega Politico.eu, Merkel ha criticato il Parlamento europeo che vuole portare la Commissione davanti alla Corte di giustizia dell'Ue per non aver attivato il meccanismo sullo stato di diritto contro Polonia e Ungheria. Ma non per questo Merkel è pronta a sbloccare le risorse del Recovery fund a Varsavia. A quanto ci è stato riferito, per la Germania non è immaginabile che la Commissione dia il via libera ai 36 miliardi del piano di Recovery della Polonia se non ci sarà una marcia indietro rispetto alla sentenza del Tribunale costituzionale polacco sulla supremazia del diritto nazionale.

 

Kaczynski esclude una Polexit - Jaroslaw Kaczynski, il grande burattinaio del governo nazionalista di Varsavia e leader del partito Legge e giustizia, ha escluso un'uscita della Polonia dall'Ue. "La Polexit  una fake news usata dall'opposizione", ha detto Kaczynski nel fine settimana in un'intervista radiofonica. Ma il leader del PiS, che è anche vicepremier, non ha dato segnali di voler cedere nel braccio di ferro sulla sentenza del Tribunale costituzionale polacco e sul piano di Recovery della Polonia. I soldi "prima o poi" arriveranno e "la paura è il peggior consigliere in politica", ha detto Kaczynski.

 

In Repubblica ceca Babis sceglie di andare all'opposizione - Il timori di molti era che Andrej Babis potesse cercare di aggrapparsi al potere, dopo la sconfitta alle elezioni legislative della scorsa settimana in Repubblica ceca. Invece il primo ministro uscente venerdì ha annunciato che rinuncerà alla possibilità di formare un governo, anche se il presidente Milos Zeman dovesse affidargli il mandato. "Andremo all'opposizione", ha detto Babis: "Non ci aggrappiamo agli incarichi. non bloccheremo niente. E' nel mio interesse che il nostro paese prosperi come con il nostro governo", ha spiegato Babis su Twitter.

 

Il menù del Consiglio Affari esteri - I ministri degli Esteri dell'Ue si ritrovano oggi a Lussemburgo per discutere dell'approccio alla regione del Golfo, di partnership orientale, di Etiopia e Nicaragua. Tra i punti inseriti negli "affari correnti" ci saranno l'Afghanistan, la Tunisia, i Balcani occidentali, la diplomazia climatica e Varosha. Non sono attese grandi novità. Sull'Afghanistan l'Ue potrebbe fare passi avanti per aprire una rappresentanza a Kabul, anche se la sicurezza esterna dovrebbe essere garantita dai Talebani. Sull'Etiopia, i ventisette dovrebbero minacciare sanzioni. Nei corridoi si parlerà molto di Iran, dopo il viaggio a Teheran di Enrique Mora, il direttore politico del Servizio europeo di azione esterna per cercare di riportare Teheran al tavolo dei negoziati sul suo programma nucleare. A meno di un cambio di paradigma, una soluzione non sembra essere a portata di mano.

 


Il calendario della settimana in Europa

Lunedì 18 ottobre

– Consiglio Affari Esteri

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su la strategia Farm to Fork; le politiche occupazionali e sociali nell'area euro nel 2021; la protezione dei lavoratori; la situazione degli artisti e della cultura dopo la pandemia)

– Commissione: la commissaria Gabriel a Milano partecipa al Forum delle donne del G20

– Eurostat: dati su Pil e occupazione nel secondo trimestre del 2021

 

Martedì 19 ottobre

– Consiglio Affari Generali

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su lo Stato di diritto in Polonia e la primazia del diritto dell'Ue con Morawiecki e von der Leyen; il programma di lavoro della Commissione per il 2022; il bilancio generale dell'Ue per il 2022; la situazione in Tunisia; le relazioni Ue-Taiwan)

– Parlamento europeo: conferenze stampa dei gruppi politici

– Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra il ministro francese degli Esteri Jean-Yves Le Drian

– Parlamento europeo: audizione alla commissioni Esteri del commissario Várhelyi sul pacchetto allargamento

– Commissione: riunione del collegio dei commissari

– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa agli "Online Green Talks" organizzati da RCS Academy e Corriere della Sera

– Commissione: visita del vicepresidente Timmermans in Indonesia

– Banca centrale europea: discorso di Fabio Panella a una conferenza della Bce e Cebra sugli aspetti internazionali delle monete digitali e del fintech

– Banca centrale europea: pubblicazione della Dichiarazione finanziaria consolidata dell'Eurosistema

– Eurostat: dati sulla produzione nel settore delle costruzioni di agosto 2021; statistiche sul commercio internazionale di merci per settore economico nel 2019

 

Mercoledì 20 ottobre

– Consiglio europeo: summit sociale tripartito con Michel, von der Leyen e i rappresentanti di imprese e sindacati

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su la preparazione del Consiglio europeo del 21 e 22 ottobre; la COP26 sul clima; la crescita dell'estrema destra e del razzismo in Europa alla luce dei recenti eventi a ROma; una strategia Ue per ridurre le emissioni di metano; l'anniversario del divieto di aborto in Polonia; gli sforzi per combattere il riciclaggio di dennaro eq l'accordo globale sulla tassazione; i respngimenti alla frontiera esterna dell'Ue)

– Commissione: visita del vicepresidente Timmermans in India

– Comitato economico e sociale: sessione plenaria

– Eurostat: dati sull'inflazione a settembre; dati sui prezzi dell'elettricità e del gas nel primo semestre del 2021;

– Nato: conferenza stampa del segretario generale Stoltenberg prima della ministeriale Difesa

 

Giovedì 21 ottobre

– Consiglio europeo

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su i risultati del Summit con i Balcani occidentali; il discarico di bilancio di Frontex; l'assicurazione dei veicoli a motore; la proposta di costruire un mercato unico per la filantropia)

– Parlamento europeo: il presidente Sassoli incontra il presidente francese Macron

– Parlamento europeo: conferenza stampa del presidente Sassoli dopo il suo intervento al Consiglio europeo

– Commissione: il commissario Gentiloni partecipa all'European Forum for New Ideas 2021

– Corte dei conti dell'Ue: rapporto speciale sul finanziamento basato sui risultati nella politica di coesione dell'Ue

– Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattito con il commissario Janusz Wojciechowski sulla strategia di lungo periodo per le aree rurali)

– Eurostat: statistiche sulle finanze pubbliche nel 2020; seconda notifica su debito e deficit nel 2020; dati sul valore aggiunto per attività economica nel 2020;

– Nato: riunione dei ministri della Difesa

 

Venerdì 22 ottobre

– Consiglio europeo

– Conferenza sul futuro dell'Europa: plenaria a Strasburgo

– Commissione: la commissaria Ferreira a Roma interviene alla "Centesimus Annus Pro Pontifice International Conference"

– Eurostat: statistiche sulle finanze pubbliche nel secondo trimestre del 2021; dati su debito e deficit nel secondo trimestre del 2021; conti annuali di famiglie e imprese non finanziarie nel 2020; dati su Ricerca e Sviluppo nel 2019

– Nato: riunione dei ministri della Difesa

 

Sabato 23 ottobre

– Conferenza sul futuro dell'Europa: plenaria a Strasburgo

– Servizio europeo di azione esterna: visita dell'Alto rappresentante Borrell in Ruanda

– Commissione: visita del commissario Varhelyi in Egitto