L'ex primo ministro ungherese Ferenc Gyurcsany e sua moglie Klara Dobrev nel 2007 a Berlino (Foto di Carsten Koall/Getty Images)

La candidata anti Orbán ha un problema: suo marito

David Carretta

Alle primarie in Ungheria la sfida sarà Klára Dobrev vs  Péter Márki-Zay. Fidesz tifa per lei

Nel momento in cui i militanti dell’opposizione in Ungheria stanno votando nel secondo turno delle primarie per scegliere chi sfiderà Viktor Orbán alle elezioni della primavera 2022, uno dei quotidiani più fedeli al Fidesz, Magyar Nemzet, ha scritto un lungo articolo per elogiare la candidata più a sinistra, la socialdemocratica Klára Dobrev, invitando di fatto gli elettori a sostenerla. Vicepresidente del Parlamento europeo, esponente della Coalizione democratica, Dobrev è arrivata in testa nel primo turno delle primarie con il 34,8 per cento dei voti a fine settembre. Il suo europeismo convinto e i princìpi progressisti la collocano all’opposto di tutto ciò che incarna Orbán. Eppure i media orbaniani stanno cercando di gonfiare la sua candidatura. La ragione sta nel suo avversario al ballottaggio: l’economista conservatore indipendente, Péter Márki-Zay. Il sindaco di Budapest, l’ecologista Gergely Karácsony, che era arrivato al secondo posto al primo turno con il 27,3 per cento dei voti, ha deciso di ritirarsi e sostenere Márki-Zay che aveva ottenuto appena il 20,4 per cento. Il fatto è che, se Dobrev appare nettamente favorita per il ballottaggio che si concluderà il 16 ottobre, Márki-Zay ha più possibilità di sconfiggere Orbán alle elezioni legislative.

  

Dobrev ha dalla sua la macchina organizzativa della Coalizione democratica, ma ha anche un handicap serio in un’eventuale sfida diretta con Orbán. È la moglie dell’ex primo ministro socialista, Ferenc Gyurcsány, che ha lasciato un pessimo ricordo di sé in Ungheria dopo che il suo mandato era stato macchiato da  crisi economica e scandali. Fidesz ha già “speso milioni in una campagna per descrivere la coalizione di opposizione come una farsa controllata da Gyurcsány. Se Dobrev vince le primarie, quella strategia della campagna mantiene il suo valore”, ha spiegato il giornalista dell’Ap, Justine Spike: “Se Márki-Zay vince, Fidesz si troverà in una posizione scomoda, a fare una campagna contro un outsider conservatore senza precedenti collegamenti con l’élite politica postsocialista ungherese. Sarà molto più difficile screditarlo attaccandolo per il malgoverno del passato”. 

  

Márki-Zay è una personalità per molti aspetti controversa. Alcuni lo potrebbero classificare come populista. Cattolico (ha sette figli), conservatore di destra, sostenitore dell’euro e del libero mercato, è anche ex elettore deluso di Fidesz, di cui denuncia ora l’autoritarismo e la corruzione. Nel 2018 aveva sorpreso tutti riuscendo a conquistare il posto di sindaco della città di Hódmezovásárhely, uno dei bastioni storici di Fidesz, con la stessa strategia di unione dei partiti di opposizione che viene usata ora per le legislative del 2022. Márki-Zay è estremamente popolare tra l’elettorato conservatore fuori dalle città, che costituisce la base elettorale di Fidesz. In questi giorni, Gyurcsány  e l’apparato di Coalizione democratica hanno accentuato le pressioni sugli altri partiti d’opposizione (e i loro sindaci) per sostenere Dobrev. Ma rischia di essere il modo migliore per mantenere Orbán al potere.