Europa Ore 7

La versione di Ursula sui vaccini

Von der Leyen è stata ascoltata a porte chiuse dai Socialisti&Democratici, dal Partito Popolare Europeo e dai liberali di Renew Europe. Ecco quel che è successo

David Carretta

La presidente della Commissione è contraria a obbligare le società farmaceutiche a cedere le licenze per incrementare la produzione. La Commissione intende lavorare con i produttori per adattare i loro vaccini alle varianti. “Speriamo che non accada, ma dobbiamo essere preparati”

Ursula von der Leyen ieri ha risposto alle domande dei principali gruppi politici al Parlamento europeo sulla sua strategia sui vaccini per l'Unione europea. Malgrado le critiche per i ritardi nella firma dei contratti, la lentezza delle forniture e l'introduzione di un meccanismo per vietare le esportazioni, la presidente della Commissione ha ribadito che il suo approccio è quello giusto. Von der Leyen è stata ascoltata a porte chiuse dai Socialisti&Democratici, dal Partito Popolare Europeo e dai liberali di Renew Europe. Questo è il resoconto che possiamo offrire grazie alle nostre fonti. Ma anticipiamo subito le due novità delle audizioni di von der Leyen. Primo, la presidente della Commissione è contraria a obbligare le società farmaceutiche a cedere le licenze per incrementare la produzione. La ragione nasconde la seconda notizia: la cessione obbligatoria dei brevetti potrebbe minare il lavoro delle società farmaceutiche sulle sviluppo dei vaccini per le varianti del coronavirus. La Commissione intende lavorare con i produttori per adattare i loro vaccini alle varianti. “Speriamo che non accada, ma dobbiamo essere preparati”, ha detto von der Leyen.

Per il resto, davanti ai deputati, Von der Leyen si è difesa ricordando che generalmente servono tra i 5 e i 10 anni per sviluppare un vaccino, ma con il Covid-19 ci sono voluti solo 10 mesi ed è un successo. Il portafoglio di vaccini scelti dall'Ue è stato quello giusto: i primi tre autorizzati sono nel paniere europeo. Von der Leyen ha spiegato che i contratti con le società farmaceutiche dovrebbero essere pubblici, ma serve l'accordo di entrambe le parti. Con le autorizzazioni è stato scelto l'approccio “Security first” che ha richiesto 4-5 settimane in più rispetto a Stati Uniti e Regno Unito. L'Ue ha speso 2,7 miliardi di euro con l'obiettivo principale di costruire le capacità di produzione delle società farmaceutiche. Oggi queste si trovano in difficoltà e dovrebbero cooperare di più per aumentare le capacità produttive. Ma è molto difficile produrre i vaccini e servono mesi per costruire nuovi impianti ed espandere la produzione. Il principale fornitore mondiale è Pfizer-BioNTech, seguito da Moderna. Il piano di consegne per l'Ue è il seguente: 18,5 milioni di dosi sono state consegnate agli stati membri a gennaio; 32 milioni sono attese in febbraio; 55 milioni dovrebbero arrivare in marzo. Il momento chiave sarà il secondo trimestre, quando ci saranno altre 300 milioni di dosi (senza contare Johnson&Johnson e CureVac).

Von der Leyen è stata costretta a rispondere anche sul meccanismo che permette all'Ue di vietare le esportazioni. Sul Foglio spieghiamo perché il fiasco sull'export dei vaccini ha provocato una rivolta interna alla Commissione e rischia di minare la credibilità di von der Leyen. La presidente della Commissione si è difesa spiegando che lo strumento serve alla trasparenza: “non è un divieto” di esportazioni. Inoltre von der Leyen ha definito “una cattiva idea” la norma inserita nella versione iniziale del provvedimento che avrebbe potuto portare al ritorno della frontiera fisica tra Irlanda e Irlanda del nord e che ha prodotto una crisi con il Regno Unito. Ma, sempre sul Foglio, Paola Peduzzi spiega quanto le pressioni della politica interna tedesca stiano condizionando le scelte di von der Leyen sui vaccini.

Il gruppo dei Socialisti&Democratici e quello di Renew non sono rimasti soddisfatti dall'audizione a porte chiuse. Entrambi hanno chiesto che von der Leyen partecipi a un dibattito durante la sessione plenaria del Parlamento europeo la prossima settimana. Il gruppo di estrema sinistra della Gue ha chiesto una commissione parlamentare di inchiesta sullo scandalo dei vaccini. Nel frattempo, il Giappone ha criticato l'Ue perché il meccanismo sulle esportazioni ha un impatto sulle sue forniture e potrebbe portare a ritardi nella sua campagna di vaccinazione. Il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, ha accusato l'Ue di “tenere in ostaggio AstraZeneca” e danneggiare i paesi poveri. Per parte sua, la Commissione ha annunciato di aver concesso le prime due autorizzazioni all'esportazione di dosi prodotte nell'Ue verso il Canada e il Regno Unito. “Questo dimostra che il meccanismo funziona e sarà usato in modo molto limitato”, ha detto una portavoce della Commissione.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 3 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Navalny condannato a 2 anni e mezzo - L'oppositore russo, Alexei Navalny, ieri è stato condannato a trascorrere due anni e mezzo di carcere da un tribunale di Mosca per non essersi presentato in una stazione di polizia mentre era... in coma in Germania. Micol Flammini racconta tutti i dettagli di una brutta giornata per la Russia. La sentenza è un affronto all'Unione europea, che si era astenuta dal discutere potenziali sanzioni dopo l'arresto di Navalny al suo ritorno a Mosca e la repressione delle manifestazioni a sostegno dell'oppositore russo. Venerdì l'Alto rappresentante, Josep Borrell, sarà a Mosca per incontrare il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov. Dopodiché i 27 dovranno decidere come reagire. Gli occhi di tutti sono puntati sulla Germania, dopo che la Francia si è detta favorevole a sospendere il gasdotto Nord Stream 2.

L'Ue non accetta una sentenza politica - I leader dell'Ue hanno reagito subito alla condanna di Navalny. "Non accettiamo la sentenza: la giustizia non deve essere politicizzata", ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles MIchel, ribadendo la richiesta di rilasciare "immediatamente" Navalny. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha condannato la sentenza "nei termini più forti possibili". L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha spiegato che la condanna dell'oppositore "va contro gli obblighi internazionali della Russia sullo stato di diritto e le libertà fondamentali. Va contro il verdetto della Corte europea dei diritti umani, che ha stabilito che questo caso è arbitrario e irragionevole". Anche il presidente francese, Emmanuel Macron, che nell'ultimo anno e mezzo aveva teso la mano a Vladimir Putin, ha usato parole dure. "La condanna di Alexei Navalny è inaccettabile. Un disaccordo politico non è mai un crimine. Chiediamo la sua liberazione immediata. Il rispetto dei diritti umani come quello della libertà democratica non sono negoziabili", ha detto Macron.


***Messaggio da Eni - La ricerca e lo sviluppo sono fondamentali per accelerare la transizione energetica. Per questo, in Eni possiamo contare su 1.500 persone dedicate ad attività di R&D,  collaborazioni strutturate con 70 università e centri di ricerca, oltre 7.000 brevetti in vita e centinaia di progetti che coprono tutti le aree di business: dall’integrità degli asset all’efficienza energetica, dalla alla salute alla sicurezza, dall’ambiente alle tecnologie IT, dalla decarbonizzazione all’economia circolare, per costruire un’Europa a basse emissioni di carbonio, in linea con il Green Deal.***

Borrell di fronte al dilemma Iran - Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha chiesto all'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, di “coreografare” e “sincronizzare” il ritorno degli Stati Uniti nell'accordo nucleare e dell'Iran al rispetto delle norme sui limiti dell'uranio. Ma Borrell ieri ha tergiversato. "L'Alto rappresentante ha un ruolo come coordinatore globale, lavora duramente per far funzionare l'accordo sul nucleare iraniano" ed "è in contatto con tutte le parti e anche con la nuova amministrazione americana”, ha detto il suo portavoce. “Continuiamo a lavorare e a discutere con i nostri partner per via diplomatica e non commentiamo le notizie di stampa”. Per il momento non c'è nessuna indicazione chiara della volontà di Borrell di giocare il ruolo di mediatore.

Al Green deal serve una politica estera - I due think tank European Council on Foreign Relations e Bruegel oggi presenteranno un rapporto per chiedere di adeguare la politica estera dell'Ue al Green deal. Gli obiettivi climatici fissati dall'Ue porteranno a un cambiamento fondamentale del sistema energetico europeo e delle relazioni con il vicinato, ridefinendo le priorità globali europei. Secondo gli autori del rapporto (Mark Leonard, Jean Pisani-Ferry, Jeremy Shapiro, Simone Tagliapietra e Guntram Wolff) le ripercussioni saranno globali. Il documento suggerisce sette azioni per gestire gli aspetti geopolitici del Green deal, tra cui lavorare con gli Usa e altri partner per creare un “club climatico” i cui membri applicheranno una tassa carbonio alla frontiera. La Cina dovrebbe essere benvenuta, ma solo se rispetta obiettivi e regole del club.

La zona euro torna a contrarsi - Il pil della zona euro è tornato a contrarsi nel quarto trimestre del 2020 a causa di restrizioni e lockdown per far fronte alla seconda e terza ondata del coronavirus. La caduta del pil è stata dello 0,7 per cento nella zona euro e del 0,5 per cento nell'Ue a 27, secondo i dati pubblicati da Eurostat. La ripresa del 12,4 per cento nel terzo trimestre è stata di corta durata. Il rischio di recessione è reale: la maggior parte degli analisti ritiene che anche il primo trimestre del 2021 registrerà una contrazione. Nel 2020 la caduta del pil della zona euro è stata del 6,8 per cento. “Le fluttuazioni dell'economia europea 2020 al tempo della pandemia: crollo nel secondo trimestre, forte rimbalzo nel terzo. Nell'ultimo, pil di nuovo lievemente negativo. Speranza e incertezza in questo avvio di 2021”, ha commentato su Twitter il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni.

Altri 14 miliardi da Sure - La Commissione europea ieri ha versato 14 miliardi a nove stati membri per aiutarli a pagare sussidi di disoccupazione, cassa integrazione e altre misure di sostegno a lavoratori e imprese attraverso lo strumento Sure. L'Italia ha ricevuto altri 4,45 miliardi di prestito. I rendimenti dell'ultima emissione delle obbligazioni sociali Sure sono stati particolarmente bassi. I titoli a 7 anni sono stati collocati a un tasso negativo di -0,497 per cento: questo significa che per ogni 105 euro ottenuti gli stati membri dovranno rimborsarne 100 alla scadenza. I titoli trentennali hanno avuto un rendimento positivo, ma di appena lo 0,134 per cento.

La Commissione consulta sullo stato di diritto - La Commissione europea ha lanciato una consultazione mirata con gli stakeholder per chiedere informazioni sugli sviluppi legati al rispetto dello stato di diritto negli stati membri e nell'Ue. L'obiettivo è preparare il secondo rapporto annuale sullo stato di diritto atteso per la seconda metà dell'anno. Gli stakeholder includono agenzie dell'Ue, organizzazioni della società civile e associazioni professionali (come giornalisti e avvocati). La consultazione si chiuderà l'8 marzo.

Accade oggi in Europa

- Commissione: riunione del collegio dei commissari

- Commissione: conferenza stampa dei commissari Schinas e Kyriakides sul Piano europeo per combattere il cancro

- Consiglio: riunione del Coreper

- Presidenza portoghese: incontro informale dei ministri della ricerca e innovazione

- Comitato delle regioni: sessione plenaria

- Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sugli appalti della Federazione italiana giuoco calcio (Figc) e le regole per gli appalti pubblici

- Eurostat: stima flash dell'inflazione di gennaio 2021; prezzi alla produzione industriale di dicembre 2020; dati sulle differenze di genere nelle pensioni e nella povertà

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