Tra Mosca e Tel Aviv
Per Israele le attività del Cremlino sono una questione interna
Una spia russa che lavorava per l'Iran e le iniziative di influenza di Putin a Gerusalemme. Legami, minacce, sospetti per l'anno in cui Israele vota
Qualche settimana fa, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, per rispondere alle opposizioni che durante un dibattito alla Knesset, il Parlamento di Israele, lo accusavano di isolare il paese, disse che Israele è tutt’altro che isolato, ha ottimi rapporti, per esempio, con gli Stati Uniti e con la Russia. Sugli Stati Uniti nessuno ha avuto da ridere, in Israele, dopo la fine della guerra nella Striscia di Gaza e l’accordo concluso per riportare a casa gli ostaggi rapiti da Hamas, Donald Trump è diventato un eroe nazionale. Le parole sulla Russia invece hanno portato ad accuse di vario genere, inclusa quella di non capire che Mosca è un problema per la sicurezza: chi ha ospitato funzionari di Hamas e ha firmato un trattato di partenariato strategico con la Repubblica islamica dell’Iran non può essere considerato un attore neutrale. In questi giorni in Israele tutta l’attenzione del dibattito sulla sicurezza è concentrata sulla possibilità che una nuova guerra contro l’Iran inizi per un calcolo sbagliato. La Repubblica islamica sta ricostituendo il suo arsenale missilistico e gli israeliani si domandano quanto sia opportuno restare a guardare e non intervenire. La Guerra dei dodici giorni ha falciato le capacità militari e nucleari di Teheran, ma Israele è rimasto vulnerabile sotto due aspetti: attacchi informatici e spie. Ieri il Wall Street Journal ha raccontato come una serie di attacchi informatici piuttosto rudimentali è stata in grado di rubare documenti interni israeliani, violando standard di sicurezza ritenuti molto alti. L’Iran ha anche lavorato su una rete di spie nel territorio israeliano, ha puntato su immigrati recenti, spesso con difficoltà economiche. Uno degli ultimi arresti ha riguardato un cittadino russo, che si trovava in Israele con un permesso di soggiorno e che è stato incriminato per aver condiviso informazioni sensibili con gli iraniani. Vitali Zvyagintsev era stato arrestato nella base aerea di Ramat David, dove si trovava per portare a termine l’ultima missione. Aveva scattato foto del sito, come aveva fatto in precedenza nei porti di Eilat, Haifa e Ashdod, ed era stato fermato prima che potesse consegnare il materiale al suo referente, che lo pagava in criptovalute.
L’influenza russa in Israele è pesante e spesso la comunità che proviene da paesi dell’ex Unione sovietica, inclusi gli ucraini, ha sollevato il problema del forte influsso di Mosca sugli affari interni di Israele. A Gerusalemme, la scorsa settimana, è stata inaugurata la Casa russa (Russkij dom), un’istituzione già presente a Tel Aviv, per promuovere la cultura russa in Israele, “rafforzare i legami umanitari e spirituali fra la Russia e la Terra Santa”. L’apertura di una seconda sede è stata vista come un tentativo di ampliare l’influenza di Mosca, soprattutto con l’arrivo dell’anno elettorale in Israele. In passato la Russia è stata accusata di aver influenzato il voto, puntando sugli elettori russofoni. L’invasione dell’Ucraina ha creato una spaccatura, l’influenza di Mosca è diminuita, e il Cremlino potrebbe cercare il modo di aumentare i suoi centri di pressione. La storia di spie, l’invasione dell’Ucraina, di collaborazione con Teheran, di accoglienza ai funzionari di Hamas ha creato una rottura con parte della popolazione russofona, ha modificato negli ultimi anni i rapporti fra gli israeliani e la Russia e il Cremlino è sempre di più un argomento di politica interna.
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