Ansa
Editoriali
L'Italia è vulnerabile alla disinformazione russa, lo dice anche il Cremlino
Per Mosca, siamo un paese debole. Da un documento dello spionaggio russo risultano casi di visti rilasciati molto rapidamente e con controlli poco rigorosi e sostenendo che da noi vi siano anche via di fuga semplici, come quelle dei “piccoli aeroporti”
In un documento dello spionaggio russo, l’Italia viene definita “di fatto pro russa”, con un controspionaggio debole, “anche a causa del passaggio, nel 2008, delle competenze dal servizio segreto estero Aise al servizio di intelligence interno Aisi”. E’ stato il giornalista investigativo Christo Grozev a parlare di questo documento, sostenendo che da queste carte risultino casi di visti rilasciati molto rapidamente e con controlli poco rigorosi e sostenendo che in Italia vi siano anche via di fuga semplici, come quelle dei “piccoli aeroporti”. E visto che finora i suoi lavori sono stati fondamentali per smascherare le reti di spie in azione per l’Europa (in passato ha guidato le inchieste sulla Russia per il sito investigativo Bellingcat) c’è da prestargli attenzione se parla dell’Italia come di un paese vulnerabile.
Per Mosca, l’Italia è un paese debole e a dimostrazione della scarsa competenza per le operazioni russe nei paesi europei si può citare anche il meticoloso lavoro di disinformazione a cui si sono piegati alcuni media italiani spacciando la propaganda del Cremlino per la necessità di dare voce a ogni opinione. Nel nome del pluralismo i nostri salotti tv si sono popolati degli stessi ospiti delle trasmissioni russe, come l’economista americano Jeffrey Sachs, che passa da “Piazzapulita” su La7 alle interviste con Vladimir Solovev, il più famoso presentatore della televisione russa, voce della linea del Cremlino. Solovev non finge di invitare Sachs per amore del pluralismo, ma perché sa che l’economista servirà allo scopo di mostrare che ci sono addirittura americani che la pensano come Putin. In Italia la mistificazione è maggiore, perché si pretende di invitare Sachs, o chi per lui, per amore della democrazia, della libertà di parola, del pluralismo, senza precisare che si sta reggendo il microfono a un utile idiota del Cremlino. Si finisce così per essere compiacenti con la propaganda di chi ha scatenato la guerra contro Kyiv e ora non accenna a compromessi, assumendo di buon grado il ruolo degli utili idioti degli utili idioti del Cremlino.