Narges Mohammadi (foto Epa, via Ansa)

editoriali

Arrestata in Iran Narges Mohammadi, Nobel per la Pace nel 2023

Redazione

La repressione del regime è un test morale per l’occidente. Lo passeremo?

Narges Mohammadi, la coraggiosa vincitrice del Nobel per la Pace del 2023, è stata arrestata dalle forze di sicurezza iraniane. Non in un vicolo buio o durante una protesta clandestina, ma durante un semplice memoriale per un altro martire della libertà, Khosrow Alikordi, trovato morto nel suo ufficio. Non è solo un arresto; è un pugno in faccia a ogni principio di giustizia, diritti umani e dignità. Era stata rilasciata temporaneamente dalla prigione nel dicembre 2024 per motivi medici, un “gesto” di clemenza che ora si rivela per ciò che è: una farsa crudele, concessa solo per umiliarla ulteriormente. Il fratello, Mehdi Mohammadi, testimone oculare, descrive la brutalità delle mani legate, le urla soffocate, il terrore. E le autorità iraniane? Silenzio tombale, come sempre.

 

Da anni, questa donna straordinaria combatte contro la pena di morte e l’hijab obbligatorio, quel velo di oppressione che soffoca non solo i corpi, ma le anime delle iraniane. E ora, mentre il mondo finge di commemorare i diritti umani, l’Iran la trascina di nuovo nelle fauci del suo sistema carcerario.

 

Quante Narges ci sono in Iran? Migliaia, forse, donne e anche uomini che osano sfidare un regime teocratico che vede nella libertà una minaccia esistenziale. L’Iran non è una nazione; è una prigione a cielo aperto, dove la sharia distorta schiaccia ogni sussurro di dissenso. La pena di morte? Eseguita con una frequenza che fa impallidire i boia medievali, oltre ottocento esecuzioni nel 2024. Il Nobel per la Pace all’iraniana non era un trofeo da scaffale; era un appello all’azione, nostra. Eppure, l’Iran ride in faccia al mondo, arrestando la sua vincitrice come se fosse una ladra comune. Dove sono le sanzioni reali, quelle che mordono? Dove i cortei globali e i boicottaggi? L’Iran deve pagare: economicamente, politicamente, moralmente. L’Iran non è solo un problema mediorientale; è un test per i paesi liberi. Passeremo? 

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