Narges Mohammadi in una foto del 2007 (LaPresse)  

La Nobel per la Pace non indossa il velo, l'Iran le impedisce di curarsi

Enrico Cicchetti

Bloccato il trasferimento in ospedale di Narges Mohammadi, che ha bisogno di cure urgenti,  perché l'attivista, in carcere da quasi due anni, si è rifiutata di indossare l’hijab. L'ultima beffa di Teheran, che da ieri guida il Forum sui diritti umani dell'Onu

Le autorità carcerarie dell’Iran hanno vietato il trasferimento in ospedale di Narges Mohammadi, attivista e vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2023, perché la donna si è rifiutata di indossare l’hijab, il velo islamico obbligatorio nei luoghi pubblici in Iran dal 1979. Mohammadi, attivista, ingegnera e scrittrice di 51 anni, soffre di problemi cardiaci e polmonari ed è detenuta da quasi due anni in condizioni crudeli e disumane nella prigione di Evin a Teheran, un carcere noto per essere quello dove vengono rinchiusi i detenuti politici. La famiglia dell'attivista, ha fatto sapere che, a causa del suo rifiuto di indossare l’hijab, lunedì non era stata portata neppure nell’infermeria dell’ospedale ma era stata visitata nell’ala femminile del carcere. Le autorità hanno deciso di non trasferirla in ospedale fino a quando non indosserà il velo. La sua famiglia ha lanciato un allarme urgente sulla sua situazione, temendo per la sua vita. 

 

Ulteriore beffa, ieri l’Iran ha assunto la presidenza del Forum sui diritti umani delle Nazioni Unite.

  

   

Mohammadi a ottobre scorso era stata insignita del Nobel per la Pace 2023 per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e per la promozione dei diritti umani. Secondo quanto riportato da suo marito, il 23 giugno 2022 Mohammadi era stata trasferita in ospedale, fuori dal carcere, dopo aver avvertito difficoltà respiratorie e battito cardiaco irregolare. Da quando è tornata in prigione dall’ospedale le sono stati negati alcuni farmaci specifici prescritti dal medico specialista. Le autorità le avevano precedentemente trattenuto i farmaci dal 21 aprile all’11 maggio 2022. Narges Mohammadi ha riferito che il 3 febbraio 2022, a seguito di un attacco di cuore, il medico del carcere le ha negato un’assistenza sanitaria adeguata, mentre i funzionari dell’accusa le hanno impedito il trasferimento in ospedale fuori dal carcere per cure mediche urgenti, mettendo a rischio la sua vita. Solo dopo aver subito una serie di attacchi di cuore il 16 febbraio 2022, l'attivista era stata trasferita in ospedale, dove ha subito un intervento chirurgico al cuore d’urgenza. Contro il parere del medico e prima che si riprendesse, dopo tre giorni le autorità l’hanno riportata in prigione, ma il 22 febbraio ha ottenuto un congedo medico.

Narges Mohammadi è stata arrestata 13 volte, condannata cinque volte a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate 

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti