America first non bastava

Su chi vuole puntare l'America per spezzare l'Ue e la Nato

Paola Peduzzi

Tra isolazionismo spinto e attacchi all’alleanza transatlantica, negli Stati Uniti cresce la corrente “America only” che sogna lo smantellamento dell'Alleanza atlentica e dell’Europa

“La Nato è una reliquia della Guerra fredda. Gli Stati Uniti dovrebbero ritirarsi dall’Alleanza atlantica e utilizzare quei soldi per difendere il nostro paese, non i paesi socialisti. Oggi ho presentato alla Camera la proposta di legge 6508 per porre fine alla nostra adesione alla Nato”, ha scritto su X Thomas Massie, deputato del Kentucky, con le immagini del testo della proposta. Massie, 54 anni ed ex star del Mit di Boston, è convinto che l’Amministrazione Trump, di cui è sostenitore, sia troppo spendacciona in politica estera e che gli Stati Uniti debbano smettere di essere “la coperta” della sicurezza del mondo. Fa parte cioè di quella corrente del mondo “America first” che non si accontenta del “first”, ancora troppo generosa, e che si definisce “America only”. L’isolazionismo trumpiano e il ribaltamento dell’ordine liberale del Dopoguerra con le martellate sugli alleati europei non bastano, insomma, a Massie e agli altri incontentabili (che non sono molti ma sono rumorosi e attivissimi). La Nato è stata creata contro l’Unione sovietica, dice il deputato, ed è collassata più di trent’anni fa, ma i contribuenti americani continuano a pagare, finiscono impigliati in guerre di altri e senza fine, non è questo che volevano i Padri fondatori.

Poiché nel 2026 si celebrano i 250 anni dalla nascita dell’America, vedremo questi Padri strattonati di qui e di là (era difficile immaginare un’America tanto sfigurata al suo compleanno tondo), e Massie dice che la Costituzione non prevede “coinvolgimenti all’estero permanenti”, anzi, consiglia di evitarli: è contro gli aiuti internazionali di ogni tipo, umanitari, all’Ucraina, a Israele, i soldi servono solo e soltanto all’America. Non si è inventato nulla, il deputato del Kentucky che ha rischiato di essere falcidiato perché insisteva sulla pubblicazione dei documenti relativi al caso Epstein: la sua proposta di legge ricalca quella presentata al Senato in primavera da Mike Lee, repubblicano dello Utah, il Nato Act, cui ora Massie va a fare compagnia dall’altro ramo parlamentare. La prima deputata che  ha dato il suo sostegno a Massie è stata Anna Paulina Luna, veterana trentaseienne che si sta facendo notare in Europa: è lei che ha invitato nella sua Florida una delegazione di esponenti dell’AfD, l’estrema destra tedesca, ed è sempre lei che sta aiutando l’influencer estremista Naomi Seibt a ottenere l’asilo politico negli Stati Uniti (Seibt dice di essere in pericolo di vita in Germania). 

La lotta alla Nato e la lotta all’Europa, con l’indicazione precisa, dentro il documento di Strategia di sicurezza nazionale, di “coltivare la resistenza” nei partiti europei nazionalisti, si salda in questo punto, tra l’“America first” e l’“America only”, dove la storica – e valoriale e democratica – alleanza (trans)atlantica va in pezzi.

Il sito Defence One ha avuto accesso a una versione più lunga del documento sulla Strategia nazionale (la Casa Bianca sostiene che è un falso), in cui si dice che gli Stati Uniti dovrebbero concentrare le loro relazioni soltanto su alcuni paesi europei: Austria, Ungheria, Italia e Polonia sono indicati come  le nazioni con cui Washington “deve collaborare, con l’obiettivo di strapparle dall’Unione europea”. Si dovrebbe anche “sostenere partiti, movimenti, intellettuali ed esponenti del mondo della cultura che puntano alla sovranità e alla conservazione/restaurazione dello stile di vita tradizionale europeo... che rimangono pro America”. Lo smantellamento del progetto europeo va di pari passo con la creazione di un “Core 5”, una specie di G7 ristretto con “i campioni regionali”, che comprende: Stati Uniti, Cina, Russia, India e Giappone. L’Europa di nuovo non c’è, così come salta anche la sicurezza reciproca garantita dalla Nato: “Dopo la Guerra fredda, le élite della politica estera americana – riporta Defence One – si sono convinte che il dominio permanente del mondo intero fosse nel miglior interesse del paese, ma gli affari delle altre nazioni ci riguardano soltanto se le loro attività minacciano direttamente i nostri interessi”. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi