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le dimissioni
Le piazze della Bulgaria fanno cadere un altro governo
Zhelyazkov si dimette. Si apre una nuova crisi istituzionale mentre crescono le proteste nel paese
Il governo guidato dal primo ministro Rosen Zhelyazkov ha presentato oggi le dimissioni. La decisione, comunicata con una breve conferenza stampa al Consiglio dei ministri dopo ore di speculazioni, è stata motivata con la perdita di sostegno politico e la necessità di ristabilire la fiducia pubblica. Zhelyazkov, che si era insediato a gennaio, ha parlato di una scelta “nell’interesse della stabilità istituzionale” e ha ringraziato ministri e partner di coalizione.
Le dimissioni attivano ora la procedura costituzionale che impone al presidente di consultare i gruppi parlamentari e affidare un mandato per la formazione di un nuovo esecutivo. Le reazioni dell’opposizione oscillano tra la richiesta di elezioni anticipate e l’ipotesi di un governo tecnico o di transizione. I mercati restano per il momento stabili, ma gli analisti avvertono che un prolungato stallo politico potrebbe minare la fiducia degli investitori. Intanto però il clima nel paese è teso: le dimissioni arrivano dopo un periodo di grandi proteste pubbliche. Proprio come quelle contro la corruzione che nel 2021 hanno portato alla fine del terzo governo di Boyko Borisov, leader di Gerb (acronimo di Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria), di cui fa parte anche Zhelyazkov.
Secondo gli osservatori, la crisi attuale potrebbe rappresentare solo l’inizio di una fase negoziale particolarmente complessa, a causa della frammentazione parlamentare e della crescente sensibilità dell’opinione pubblica. Se non emergerà un accordo, lo scenario di elezioni anticipate appare probabile. Anche la comunità internazionale segue con attenzione le dinamiche di un paese parte dell’Unione europea e della Nato. Le prossime mosse dipenderanno dalle consultazioni presidenziali e dalla capacità delle forze politiche di trovare un’intesa in un contesto sempre più polarizzato.
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